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Tassotti: "Ibra? Giocare è una cosa, fare il dirigente un'altra"

Tassotti: "Ibra? Giocare è una cosa, fare il dirigente un'altra"

Al Milan "si sta facendo le ossa, qualche errore arriverà"

ROMA, 16 dicembre 2024, 16:06

Redazione ANSA

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"Fare il giocatore è una cosa, il dirigente un'altra, soprattutto con quelle responsabilità, anche se non sono chiarissimi i suoi compiti. Ci vuole un po' di esperienza, che Ibra non ha". Mauro Tassotti, ospite di Radio anch'io Sport, ha parlato della fase difficile che il Milan sta attraversando e del ruolo di Zlatan Ibrahimovic nel club.

"Si sta facendo le ossa, magari qualche errore lo farà. E poi i risultati devono aiutarti, anche Galliani e Braida, quando i risultati non arrivavano, venivano contestati" ha ricordato Tassotti, a lungo in rossonero, prima da giocatore, quindi da allenatore.

La deludente prestazione del Milan, fischiato dai tifosi dopo lo 0-0 casalingo di ieri contro il Genoa, "é frutto delle prestazioni dell'ultimo periodo. Si poteva pareggiare anche con la Stella Rossa, poi è arrivato l'episodio fortunato all'ultimo minuto. Ma il nervosismo di Fonseca a fine partita era stato un segnale". E' l'opinione di Mauro Tassotti - per 36 anni di fila in rossonero, prima da giocatore e poi da allenatore - ospite di Radio anch'io Sport (Rai Radio 1).

 


 

"Tanti hanno avuto difficoltà dopo le coppe, ma ieri era una partita da vincere. Ci sono molte squadre davanti, non sarà semplice scalare la classifica - ha aggiunto l'ex difensore - Arrivare in Champions per questo tipo di società è fondamentale. Un anno di purgatorio in Europa League o Conference sarebbe deleterio per tutto l'ambiente". Il momento 'no' del Milan é dovuto anche, secondo Tassotti, "a nuove realtà alle quali bisogna abituarsi. Le proprietà di un tempo non ci sono più. Chi come me ha 60 anni, fa un po' fatica ad accettarlo". "Fino all'anno scorso il Milan giocava un gran bel calcio. I quattro anni con Pioli sono stati positivi: quando il Milan giocava bene, era un piacere vederlo - ha sottolineato - Per ora quel Milan non si vede. Credo sia giusto che Fonseca non faccia sconti, è dovere dell'allenatore però recuperare certi giocatori, anche se attraverso esclusioni che fanno rumore. Con Leao è riuscita la cosa, con Theo stiamo a vedere". Però per Tassotti "non c'è solo un colpevole se le cose vanno così. Quello di Fonseca è stato un inizio travagliato, ci sono state situazioni strane, in cui si è assunto responsabilità forti. Abbiamo sentito poco la voce della società".
   

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