Cosa spinge il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano, dopo decenni di viaggi della Memoria e di incontri nelle scuole, ad affidare la sua storia a un ologramma? Cosa porta una testimone quasi centenaria a raccontare la sua esperienza ad Auschwitz su TikTok? Arriva in libreria e negli store digitali 'Il futuro e la memoria. Shoah, antisemitismo e Generazione Z' della giornalista Ariela Piattelli, direttore responsabile di Shalom, quotidiano online e magazine edito dalla Comunità Ebraica di Roma, pubblicato da Rai Libri. Un libro reportage che attraverso interviste ad esperti indaga i possibili scenari del futuro della memoria, strettamente legati al rapido mutamento dei linguaggi e degli strumenti di conoscenza. I nativi digitali, figli della Generazione Z e ultimi ad aver ascoltato le parole di chi ha vissuto l'orrore dei campi di sterminio, affrontano una sfida esistenziale: custodire e proiettare nel futuro il ricordo della Shoah senza le voci dei sopravvissuti.
I giovani custodi della memoria
Tra i depositari delle testimonianze di una delle pagine più buie della storia ci sono Michela e Gabriel, nipoti di Shlomo Venezia, uno dei pochissimi sopravvissuti al Sonderkommando. C'è Tommaso nipote del medico Adriano Ossicini che inventò il contagiosissimo 'Morbo di K' per tenere lontano i nazifascisti dagli ebrei nascosti all'ospedale Fatebenefratelli di Roma. E poi ci sono Dov, che con le sue pagine social ha dato voce alla bisnonna Lily Ebert sopravvissuta ad Auschwitz raggiungendo milioni di persone, e il quattordicenne Cristian, che ascoltate le parole della scrittrice Edith Bruck ha raccolto in un video in rete le testimonianze di alcuni reduci da lui incontrati personalmente.
Giovani custodi creativi della memoria che hanno condiviso con l'autrice le proprie esperienze e le proprie emozioni, certi che l'impegno contro l'antisemitismo, ancor di più dopo i fatti drammatici del 7 ottobre 2023, sia un imperativo morale. Il viaggio di Ariela Piattelli termina con le voci dei testimoni, che in una riflessione speculare con le parole dei giovani, disegnano il possibile futuro della memoria, spiegando la loro visione sul mondo della Generazione Z.
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