Su una mappa disegnata sul
pavimento di un ex capannone industriale della periferia
milanese ha sfilato ieri sera l' Odissea immaginata da Matthieu
Blazy come cornice della collezione per la prossima primavera
estate di Bottega Veneta.
"Odissea: un viaggio libero e pieno di speranza. Una
connessione - spiega il direttore creativo della maison - con
chi si era una volta, chi si vorrebbe essere e dove si vuole
andare. L'odissea è sia esterna che interna, fisica e prodotto
dell'immaginazione. È un viaggio di trasformazione e di
evasione".
Come i modelli attraversano il mondo, così la collezione
viaggia in senso letterale e metaforico, all'insegna di una
visione globale dell'artigianalità. Così giornali in pelle
provenienti da tutto il mondo si trasformano in borse Foulard
mentre scarpe e borse in fogliame tropicale, blu piscina, rafia
e corda sono tutte realizzate in pelle. In passerella è
protagonista il cambiarsi, con gli abiti delle stagioni
precedenti che vengono portati in borse-cesto oversize in
intrecciato e in ampi borsoni, i completi sartoriali che
lasciano il posto a capi dal sapore quasi primordiale, abiti di
cactus e conchiglie di Nautilus, fiori, fuochi d'artificio e
formazioni rocciose.
"C'è il bisogno di riconnettersi a un mondo primordiale -
conclude Matthieu Blazy - fatto di animali, minerali e piante. È
come raccogliere conchiglie: belle, significative o
insignificanti. È legato alla bellezza delle piccole meraviglie
e dei tesori naturali. È abbracciare qualcosa di spontaneo:
questi sono abiti senza codici".
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