"Mi piaceva l'idea della parata in
Italia: una processione, uno strano carnevale, una folla di
persone provenienti da ogni luogo e da ogni dove, eppure, in
qualche modo, tutte trovano il loro posto e vanno nella stessa
direzione. Volevo capire cosa spinge
le persone a riunirsi in un luogo senza gerarchia, dove tutti
sono invitati". Così il direttore creativo Matthieu
Blazy racconta la collezione autunno/inverno di Bottega Veneta,
che ha sfilato tra statue di antichi corridori romani in bronzo
(primo secolo a.C.), e la scultura futurista 'Forme uniche della
continuità nello spazio' di Boccioni (1913).
Con lo show, Blazy chiude la trilogia di sfilate 'Italia'.
Questa volta protagonista sembra essere lo sguardo di uno
straniero sul nostro paese e i suoi abitanti. In passerella,
dove si omaggia Botticelli con i ricami, sfila il rituale
mattutino della pin-up, con la sua chemise bianca trasparente e
i calzini da letto (che in realtà sono scarpe di pelle lavorate
a maglia), l'industriale con la camicia da notte gessata e il
pigiama di 'flanella grigia' (interamente realizzati in nappa),
la minimal in canottiera bianca.
"Una parata: l'alchimia della strada sta nella differenza;
chi incontrerai? Cosa c'è dietro l'angolo? Chi ti stupirà? È la
sorpresa dell'incontro - conclude Blazy - che ha importanza".
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