(di Michela Nana)
È lunga la fila nel cortile di
Palazzo Reale perché tante persone hanno voluto rendere omaggio
a Oliviero Toscani, che Milano ricorda dopo la sua morte con
l'evento Viva Oliviero, lo stesso nome della mostra che la città
gli aveva dedicato nel 2022.
Per l'occasione sono state esposte le immagini più
significative della sua carriera, insieme a quattro set
fotografici pensati per realizzare ritratti al pubblico presente
che entreranno a far parte di "Razza Umana", il progetto che dal
2007 ha raccolto oltre 10mila immagini. In uno di questi set a
fare gli scatti è uno dei figli di Toscani, Rocco, che ha
ritratto anche il sindaco Beppe Sala arrivato a omaggiare
l'artista. Un momento di commemorazione si è tenuto nella sala
delle otto colonne, a cui hanno partecipato oltre alle
istituzioni, la famiglia con la moglie e i figli dei due
matrimoni, i suoi allievi di fotografia.
"Ti ho sempre descritto come il sole, maestro indiscusso
della luce e della vita - ha detto la figlia Lola -, potente,
scomodo, bellissimo e necessario. Sei stato instancabile,
lavorando senza sosta imponendo la tua presenza e ridefinendo il
modo in cui vediamo mondo. Usando amore, bellezza e semplicità
ci hai insegnato cosa è l'impegno, la speranza, il futuro e
tanto altro ancora".
"Oliviero ci metteva la faccia e questo ce lo ha fatto amare,
ha saputo essere divisivo e fastidioso ma ha portato avanti la
sua cultura" ha riconosciuto Sala. "È confortante vedere questa
Milano che si raccoglie e testimonia un suo credo - ha aggiunto
-, noi siamo qua per affetto ma anche perché crediamo alle cose
che Oliviero ha fatto e a un certo modo di vedere la società".
Anche l'assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi ha
osservato che "è stato un cavallo pazzo dell'arte e della
fotografia e della comunicazione, era l'opposto di un pazzo
però. Un genio creativo che ha saputo usare la follia delle
scelte dirompenti come un mezzo per andare dritti al punto,
arrivando a un obiettivo etico e necessario". Tra gli amici del
fotografo che hanno preso la parola Margherita Missoni e anche
Marco Cappato che ha ricordato come con Oliviero Toscani avevano
organizzato una mostra al Parlamento europeo con le foto dei
prigionieri politici cubani, "che aveva voluto appendere al
soffitto così che ti guardavano da tutte le prospettive".
"Ciao Oliviero - ha aggiunto -, non avevi paura di sputtanarti
con le cause che ti avrebbero portato tutto tranne che cose
buone". Presente al momento di ricordo anche il presidente della
Triennale Stefano Boeri. "Mi diceva 'uè Boeri ma cosa fai
l'assessore che non sei capace non sai cosa è la politica' - ha
ricordato -. Ha occupato un pezzo degli uffici dell'assessorato
alla Cultura e voleva fare una scuola popolare di fotografia.
Forse può essere un progetto da fare insieme, lui ha lasciato
segni di intelligenza e generosità. Ed era uno straordinario
Radicale".
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