Più che una sfilata, è un "grido di
rabbia" contro il sistema della moda lo show del duo Simon
Cracker, che ha intitolato non a caso la sua collezione 'Perle
ai porci". In passerella, indossati da amici e collaboratori del
brand, abiti che sono "ricchi per finta, una presa in giro delle
sciure delle borghesia".
Dalla borsa di Hermès disegnata sulla busta della spesa ai
sandali con applicate le coccarde dei pacchi regalo, dal foulard
che diventa top all'abito fatto solo di etichette di brand del
lusso, tutto urla contro un sistema "vecchio, che non funziona
più - spiegano i due creativi - Non vanno bene i brand del lusso
né i piccoli, ma noi non veniamo minimamente aiutati. Nessuno ha
il coraggio di fare nulla, sono tutti disorientati".
"I negozi non vendono e allora - considerano Simone Botte e
Filippo Biraghi - ci si aggrappa a vestigia del passato che non
portano a niente". Di qui la loro convinzione che l'unica cosa
sensata oggi sia "Distruggere per creare", come per le ballerine
disegnate sull'anfibio, i finti completi Chanel, le gonne di
festoni, in un "punk gentile e borghese" che gioca con gli
archetipi del lusso per rovesciarli dall'interno.
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