A Orvieto Città del Gusto,
dell'Arte, del lavoro e dell'Innovazione si è parlato di come i
farmers market possano costituire un sistema alimentare
fondamentale per ricostituire il rapporto tra città e campagna,
capace di dare dignità al lavoro dei piccoli produttori e
sicurezza ai consumatori, così come di favorire sistemi di
distribuzione sostenibili in grado di contrastare non solo le
difficoltà economiche ma anche la crisi climatica globale. Nella
tavola rotonda si è sottolineato la rilevanza di ripartire dal
territorio, dalla conoscenza, dalla cultura del cibo.
I farmers market in questo hanno un ruolo primario, perché,
come hanno spiegato Richard McCarthy, presidente della World
Farmers Market Coalition, e Jean Charles Khairallah, leader dei
farmers Markets del Libano, servono per ricostruire quel senso
di comunità che, spesso, nelle città si è perso e che non sempre
le istituzioni riescono a realizzare.
"I mercati contadini - hanno sottolineato - non sono solo dei
luoghi dove si svolgono delle transazioni commerciali, ma sono
dei veri e propri laboratori in cui sia il produttore che il
consumatore imparano l'uno dall'altro e rappresentano un sistema
di distribuzione antico eppure innovativo, democratico perché
tutti vi possono acquistare.
Prossimità è, dunque, la parola d'ordine dei farmers markets,
"che è sinonimo di fiducia - ha detto Dominga Cotarella,
presidente Coldiretti provinciale Terni - e per questo è
altrettanto importante che sia affiancata da un'adeguata
formazione, soprattutto per i giovani che intraprendono la
propria attività in ogni aspetto della filiera". "Non
dimentichiamo - ha concordato - che l'agroalimentare in Umbria,
come in tutta Italia, è il settore trainante e, oggi, sempre di
più ha necessità di competenze che non si improvvisano."
Riproduzione riservata © Copyright ANSA