Nell'Eurozona - scrive il Centro
studi di Confindustria - i prezzi al consumo dell'energia sono
ormai in rialzo (+1,8% annuo a gennaio) e la core è alta e
stabile (+2,7%) perciò l'inflazione è in aumento (+2,5%). In
Italia, i prezzi dell'energia sono risaliti quasi allo zero
(-0,7% annuo) e la core è ferma su valori più bassi (+1,6%):
l'inflazione è pian piano cresciuta a 1,5% a inizio 2025, da un
minimo di 0,7% nel corso del 2024.
A fine gennaio la Bce ha tagliato i tassi di un altro quarto
di punto (2,75%, dal 4,00% iniziale), perché guarda
all'inflazione sul medio termine, prevista in moderazione;
secondo i mercati, ci saranno altri due tagli nel 2025. In
Italia, il tasso per le imprese è sceso finora di oltre un
punto (4,40% a dicembre, da un picco di 5,59%), ma il credito
resta in calo (-2,3% annuo). Nel complesso, gli investimenti
delle imprese, spiega il Csc, "non sembrano ancora beneficiare
della politica monetaria meno restrittiva".
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