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>>>ANSA/Giorgetti, 'pensioni, sono per sterilizzare gli aumenti'

>>>ANSA/Giorgetti, 'pensioni, sono per sterilizzare gli aumenti'

Itinerari previdenziali: 'Adeguare l'età. Pesa l'assistenza'

ROMA, 15 gennaio 2025, 18:48

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Barbara Marchegiani) Andare verso la sterilizzazione degli aumenti dei requisiti pensionistici legati all'aspettativa di vita, attesa in salita: il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, esprime il suo orientamento rispetto al meccanismo.
    Ma, al di là di questo, dopo il caso Inps, assicura che la politica avrà "tutto il tempo" per fare le sue riflessioni e quindi decidere, sulla base dei dati definitivi che darà l'Istat.
    Tutto questo presumibilmente a marzo, e non prima sulla base di documenti tecnici. Per questo, spiega all'ANSA di aver dato "indicazione alla Ragioneria di aspettare con i decreti direttoriali. L'aumento è nelle prerogative della politica.
    Questo è l'andamento che viene certificato dall'Istat e dall'evoluzione demografica ma non c'è e non ci sarà - rimarca Giorgetti - nessun decreto direttoriale finché la politica non si esprimerà".
    Posizione che dalla Lega rilancia il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Claudio Durigon: "Ci impegneremo a bloccare ogni inasprimento dei requisiti, se i dati Istat dovessero evidenziare un aumento dell'aspettativa di vita". D'altronde, ricorda che già nel 2019 il meccanismo è stato bloccato. L'equilibrio del sistema previdenziale "non è assolutamente a rischio e non richiede, né richiederà in futuro" interventi né sull'età né sugli anni di contributi.
    Ed è sulla sostenibilità del sistema che si sofferma anche l'ultimo rapporto di Itinerari previdenziali, tracciando il bilancio 2023 e guardando alle prospettive. Il rapporto tra lavoratori e pensionati (i primi aumentati nell'anno a 23,754 milioni, i secondi a 16,230 milioni) sale a quota 1,4636, il miglior valore della serie storica tracciata dallo studio.
    Benché ancora al di sotto dell'1,5 già indicata come soglia minima per la stabilità di medio-lungo termine, nel complesso "il sistema regge e continuerà a farlo", a patto - sostiene - di compiere, in un Paese che invecchia, scelte più oculate su politiche attive per il lavoro, anticipi ed età di pensionamento. Per prima cosa, afferma il presidente Alberto Brambilla, "occorrerà un'applicazione puntuale dei due stabilizzatori automatici previsti", tra cui l'adeguamento dei requisiti di età e dei coefficienti di trasformazione all'aspettativa di vita. Ma non dei contributi per la pensione anticipata.
    Sul bilancio intanto pesa sempre più l'assistenza. Nel 2023 l'Italia ha destinato a pensioni, sanità e assistenza 583,7 miliardi (+4,3% rispetto all'anno precedente). La spesa per prestazioni previdenziali ammonta a 267,1 miliardi e vale il 12,55% del Pil (in linea con la media europea), restando stabile. Invece per il capitolo assistenza sono 164,4 i miliardi a carico della fiscalità generale, con una spesa che dal 2008 (quando ammontava a 73 miliardi) è cresciuta tre volte più rapidamente di quella per pensioni. Il quadro tracciato dal rapporto torna quindi a richiamare l'attenzione sulla necessità di separare previdenza e assistenza, contenendo e razionalizzando maggiormente quest'ultima.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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