"Cantando con Ornella ho riconosciuto
dei miei tratti in lei. Eravamo come in una sfera tutta nostra.
Mi sono profondamente emozionato, cosa che non capita spesso".
"Negli occhi di Mahmood ho visto malinconia, tenerezza,
fragilità. Tante cose che conosco benissimo". Ornella Vanoni e
Mahmood sono i protagonisti del nuovo numero di Vanity Fair in
una conversazione con il direttore Simone Marchetti. Le
immagini, con protagonisti i due cantanti reduci dal successo di
Sant'Allegria - canzone del 1997 ritornata in cima alle
classifiche l'estate scorsa grazie al remix di Jack Sani -,
sono 'artwork' realizzati da Francesco Vezzoli.
"Ho fatto un pranzo, un giorno, con Carlo Conti. C'erano con
me il mio manager e mia madre. A un certo punto Carlo mi chiede
se mi piacerebbe condurlo con lui. La mia prima reazione è
stata: non sono in grado, perché non l'ho mai fatto prima. E
lui: devi solo essere te stesso, devi essere spontaneo. Ecco,
diciamo che essere spontaneo è una cosa che mi riesce bene"
svela Mahmood raccontando la genesi del nuovo ruolo a Sannreno
che lo vedrà co-conduttore sul palco dell'Ariston nella quarta
serata.
I due interpreti intervengono anche sui tema della censura
delle canzoni con contenuti misogini e sessisti. "Una volta
Luciana Littizzetto ha raccontato la storia di Biancaneve
spiegando di non usare la parola sette nani ma sette uomini
piccoli. Io penso che abbiamo il compito di provare a non
offendere o a cercare le parole che non offendono più. Sono una
rappresentante di una casa che offre rifugio a donne vittime di
violenza, sentire in una canzone 'Troia, ti vengo in bocca' non
penso aiuti molto" dice Vanoni ma Mahmood dissente: "Però, non
pensi che il compito dell'educazione sia della scuola, dello
Stato, delle famiglie? Gli artisti, invece, hanno il dovere di
rappresentare il vero, la loro esperienza, il loro vissuto. Non
si può censurare il racconto del vero".
I due cantanti si confrontano poi sul tema dei primi amori:
"Avevo quindici anni. Santa Margherita, Liguria. Dietro una
persiana, davanti al mare, un ragazzo dell'est, alto, mi dà un
bacio, il mio primo bacio. L'ho rivisto dopo un po' di anni e mi
sono detta: ammazza che bello, vedi che ci avevo visto lungo!"
racconta Ornella. "Io mi innamoro tutti i giorni, anche in metro
guardando semplicemente i volti delle persone. Però a otto anni,
in Egitto, ero con mio papà che mi portò a fare benzina. Mi
ricordo due occhi azzurri. Non la faccia ma due occhi azzurri in
un benzinaio al Cairo" dice il cantante.
I due si confrontano anche su questioni legate alla
spiritualità e alla vita dopo la morte: Vanoni ricorda Strehler
che le diceva: "La vedi questa lampadina? Questa lampadina un
bel giorno si spegnerà. Ma si spegnerà la lampadina, non
l'energia che stava dentro la lampadina. L'energia ridarà luce a
un'altra lampadina oppure no". "Che bella questa immagine, mi
piacerebbe pensarla così. Ma adesso - osserva il giovane
cantante - sono così attaccato alla vita da sforzarmi a non
pensare a cosa ci sarà dopo".
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