/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La Consulta al rush finale. La Lega: "Trovare un'intesa senza veti"

La Consulta al rush finale. La Lega: "Trovare un'intesa senza veti"

Trattativa notturna. Il governo studia soluzioni sull'Albania

ROMA, 13 febbraio 2025, 09:24

di Paolo Cappelleri

ANSACheck
Il palazzo della Consulta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il palazzo della Consulta - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Chiudere la partita dei giudici costituzionali e trovare una soluzione per sbloccare l'impasse dei centri per migranti in Albania. I due dossier su cui si concentra molto del lavoro del governo in queste ore procedono entrambi con un filo aperto fra Palazzo Chigi e Quirinale. È costante da tempo il pressing del Colle affinché finalmente il Parlamento elegga quattro componenti che impediscono alla Consulta di riunire il plenum, e alla vigilia dell'ennesima votazione l'accordo non pare lontano, anche se nessuno si sbilancia ancora. E filtra qualche dubbio della Lega prima delle ultime trattative notturne.

    La vigilia della nuova votazione del Parlamento in seduta comune è stata segnata da confronti fra i leader del centrodestra e contatti fitti fra maggioranza e opposizione, con Giorgia Meloni che avrebbe parlato direttamente con la leader dem Elly Schlein e quello del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

    L'intesa probabilmente non è mai stata così vicina. Molti si aspettano il via libera definitivo da Palazzo Chigi. Anche se si registra ancora qualche segnale di impasse, con responsabilità scaricate anche fra alleati. In un clima non proprio disteso, nella maggioranza c'è chi le attribuisce a FI e chi invece alla Lega. Il partito di Matteo Salvini "avrebbe posto problemi su più di un nome", sostiene una fonte vicina al dossier. La Lega, precisano fonti del partito, "è determinata a trovare una intesa, come sempre, senza rigidità o veti".

    I parlamentari sono convocati dai rispettivi gruppi, ma ancora senza indicazione di voto: scheda bianca o i quattro nomi su cui si starebbe convergendo. Sono Francesco Saverio Marini in quota FdI, Gennaro Terracciano proposto da FI, Massimo Luciani indicato dal Pd, e Maria Alessandra Sandulli come nome bipartisan.

    Ai piani alti del governo è considerata una partita da archiviare il prima possibile. Sono già tanti i fronti aperti, a partire dal dossier Albania. Meloni ha garantito che i centri "funzioneranno" e vuole dare un segnale immediato, in attesa di due snodi cruciali, la pronuncia della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri e la nuova direttiva europea rimpatri. L'esecutivo sta esplorando la possibilità di rendere essenzialmente i Cpr le strutture per migranti in Albania, dove per ora è prevista solo in via residuale la funzione di centro di permanenza per il rimpatrio. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha parlato di "soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che fanno parte di un impianto polivalente".

"Oltre a un hotspot ed a un luogo di trattenimento per le procedure accelerate di frontiera - ha sottolineato -, è già oggi presente in Albania un centro di permanenza per il rimpatrio, il cui utilizzo, proprio per questo, non determinerà nessun onere aggiuntivo". Servirebbe però un intervento normativo. Ci sono state già interlocuzioni con il Quirinale dai cui uffici sarebbero arrivare delle osservazioni. I tecnici stanno cercando di individuare il percorso adeguato, per una modifica del Protocollo (e servirebbe un negoziato con il governo dell'Albania, Paese chiamato al voto fra tre mesi) o della legge di ratifica, in vigore da poco meno di un anno. È difficile che arrivi per il Consiglio dei ministri di lunedì.

Attualmente Shengjin è un hotspot, mentre a Gjader ci sono un centro di accoglienza per richiedenti asilo da 880 posti, un cpr da 144 e un carcere per massimo 20 detenuti. Le valutazioni riguardano anche la possibilità di trasferire in Albania migranti a cui è già stata respinta la richiesta di asilo nei centri in Italia. La legge di ratifica prevede che nelle strutture di Shengjin e Gjader siano condotte "esclusivamente persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane" in acque extraterritoriali, "anche a seguito di operazioni di soccorso".


    Di fronte a questo scenario non mancano i dubbi di chi lavora negli otto cpr sparsi in Italia: ad esempio, un ragionamento diffuso fra operatori e figure istituzionali, è da capire come gestire le difficoltà logistiche e i costi per prelevare i migranti con decreto di espulsione, provenienti da Paesi con cui non ci sono accordi sul rimpatrio, per poi trasferirli in Albania.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza