E' in programma domani
l'interrogatorio di garanzia e l'udienza di convalida per Rosa
Vespa, di 51 anni, e il marito Acqua Moses, di 43, senegalese,
sottoposti a fermo per il rapimento di Sofia, la neonata
prelevata dalla clinica Sacro cuore di Cosenza e liberata dopo
tre ore dalla Polizia. La donna è assistita dall'avvocata Teresa
Gallucci mentre l'uomo dall'avvocato Gianluca Garritano.
Gli investigatori della Squadra mobile, intanto, stanno
indagando per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, a
cominciare dal ruolo avuto da Moses nella vicenda. L'uomo, al
momento dell'arrivo della Polizia nel suo appartamento, mentre
era in corso una festa per l'ingresso in casa di quello che,
secondo Rosa, doveva essere suo figlio Ansel, è apparso sorpreso
di quanto accaduto ed avrebbe detto di non sapere che dentro la
tutina azzurra non c'era suo figlio ma Sofia, la neonata rapita
poco prima nella clinica Sacro cuore.
Secondo alcune testimonianze raccolte tra conoscenti e
familiari della coppia, Rosa Vespa avrebbe simulato per nove
mesi una gravidanza, fino ad annunciare su Facebook, l'8 gennaio
scorso, la nascita di Ansel. Ai familiari, in quei giorni,
avrebbe detto che andava a partorire da sola perché c'erano dei
casi Covid in clinica e, successivamente, che il bambino era
rimasto in clinica per degli accertamenti. Un racconto tutto da
verificare e sul quale stanno lavorando gli investigatori.
Gli accertamenti in corso riguardano anche la struttura
sanitaria. Troppo facile, hanno sostenuto gli investigatori,
entrare, ma soprattutto uscire con una neonata in braccio.
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