A Urbino oltre 3mila visitatori per
la prima edizione della Notte dei Ricercatori e delle
Ricercatrici organizzata dall'Università degli Studi di Urbino
Carlo Bo. Al Collegio Raffaello il flusso rilevato di circa
1.500 persone è stato costante. Chi non ha partecipato in
presenza ha seguito lo streaming, che ha totalizzato oltre 400
visualizzazioni in diretta. Venerdì, nelle sedi di Urbino e
Fano, l'evento di divulgazione scientifica ha aperto le porte
dei laboratori di ricerca alla cittadinanza, e permesso alle
ricercatrici e ai ricercatori Uniurb di raccontare a un pubblico
di non addetti ai lavori i processi, gli esiti e gli impatti
degli studi condotti in Ateneo. I laboratori e gli stand hanno
registrato in entrambe le città una grande affluenza di
pubblico. A Urbino, il numero massimo di visitatori previsto per
ogni location (1.759 partecipanti) è stato ampiamente raggiunto.
Tra le diverse attività proposte, è stato particolarmente
apprezzato il laboratorio di scrittura La grammatica della
fantasia che, negli spazi della Biblioteca San Girolamo, ha
coinvolto soprattutto un'ampia platea di bambini. Idem per
l'Open restoration point della Scuola di Conservazione e
Restauro, un'area in cui è stato possibile imparare a cogliere
dettagli e differenze dello stato di un'opera d'arte prima e
dopo l'intervento di recupero. Il luogo maggiormente frequentato
è stato l'Orto Botanico, grazie alle visite guidate e al
laboratorio di Etnobotanica che ha accompagnato i partecipanti
alla scoperta della disciplina e delle diverse specie vegetali
presenti nella struttura.
"Concludiamo con grande soddisfazione questo straordinario
evento che - ha commentato il rettore Giorgio Calcagnini - ha
aperto i laboratori e portato le attività e i progetti di
ricerca del nostro Ateneo nel cuore della città, coinvolgendo un
pubblico eterogeneo e numeroso, composto soprattutto da giovani.
Siamo davvero orgogliosi di aver dimostrato che la scienza e
l'innovazione possono essere condivise anche con chi non ha una
formazione specialistica. Segno che, sempre più, la ricerca
universitaria deve aprirsi ai territori e contribuire al
progresso collettivo".
"La significativa partecipazione e l'entusiasmo che abbiamo
percepito intorno alle nostre ricercatrici e ai nostri
ricercatori - ha concluso il prorettore alla terza missione e
public engagement, Fabio Musso - dimostra quanto sia importante
procedere lungo questa strada. Vogliamo continuare a rendere
accessibili i saperi, coinvolgere il pubblico in esperimenti e
dimostrazioni pratiche, e a dare prova dell'impatto concreto che
i nostri studi possono avere sulla vita di tutti i giorni.
Crediamo fermamente, infatti, che una divulgazione scientifica e
culturale di qualità possa sollecitare l'interesse dei giovani,
stimolare il loro spirito critico e, più in generale, rendere i
cittadini consapevoli delle sfide che insieme possiamo
affrontare. Per questo, faremo in modo che l'iniziativa diventi
un appuntamento fisso, una tradizione del nostro Ateneo".
I 71 eventi in programma sono stati seguiti da un pubblico
curioso e attento alla descrizione di fatti complessi eppure
comprensibili, che ogni giorno studiose e studiosi della Carlo
Bo indagano con passione per cambiare il futuro.
"La prima Sharper night di Uniurb è stata un'esperienza
entusiasmante - ha concluso il professor Alessandro Bogliolo,
coordinatore del comitato scientifico - soprattutto per il
coinvolgimento attivo di tutte le persone dell'Ateneo,
ricercatrici e ricercatori, personale tecnico-amministrativo e
studenti, che sono state tutte protagoniste e tutte fondamentali
per il successo di questo grande evento collettivo. Quello che
la cittadinanza e i visitatori hanno potuto percepire non è
stata solo la qualità e la varietà della ricerca, ma anche la
passione delle persone, la loro capacità di fare squadra, il
senso di appartenenza all'Ateneo e l'apertura al dialogo.
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