Trentuno anni dopo l'omicidio del
giovane Matteo Toffanin a Padova, trucidato da 2 killer per uno
scambio di persona, il caso si riapre con nuovi elementi e due
nuovi indagati, ex appartenenti alla Mala del Brenta. I due -
riferisce il sito del Corriere del Veneto - sono stati iscritti
nel registro delle indagini dal pm Roberto D'Angelo, che
ipotizza nei loro confronti l'omicidio volontario premeditato.
Proprio oggi il magistrato ha sentito, come persona informata
sui fatti, quello che si ritiene fosse il vero obiettivo dei
sicari, il pregiudicato padovano Marino Bonaldo, ora 70enne, che
abitava nel condominio di fronte a quello in cui viveva la
fidanzata di Toffanin, Cristina Marcadella, che Matteo aveva
riaccompagnato a casa - la sera dell 3 maggio 1992 - alla guida
di una Mercedes bianca uguale a quella posseduta da Bonaldo,
addirittura con i primi numeri di targa coincidenti. Secondo la
nuova ipotesi investigativa, Bonaldo, che si coordinava per le
sue attività illecite anche con Felice Maniero, sarebbe entrato
ad un certo punto in rotta di collisione con la banda della Mala
del Brenta, che decise si liberarsene. Bonaldo, che ha
riconfermato al pm la convinzione di non essere lui l'obiettivo
di quel delitto, ha però anche confermato, per le vecchie
frequentazioni con la Mala del Brenta, di aver conosciuto i due
presunti killer, ora indagati.
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