"Incompatibilità ambientale e
paesaggistica" sono i motivi per i quali la Commissione tecnica
regionale per le valutazioni ambientali della Regione Umbria ha
espresso parere non favorevole alla realizzazione di un impianto
agrivoltaico di 27,06 MWp a Bevagna. A renderlo noto è
l'assessore Thomas De Luca secondo il quale la Ctr-va ha
evidenziato inoltre la mancanza di dettagli sul progetto di
connessione alla rete elettrica e l'impatto dovuto sui beni e
valori paesaggistici e ambientali. "Un parere che si basa su
un'analisi approfondita delle caratteristiche ambientali e
storico-culturali dell'area, giudicata di elevato valore. Questa
decisione, presa in data 8 gennaio 2025, è stata ponderata
attentamente dopo l'analisi approfondita della documentazione
presentata e delle caratteristiche del territorio interessato"
si legge nella nota.
Le principali motivazioni che hanno portato al parere
negativo - spiega De Luca attraverso un comunicato di Palazzo
Donini - riguardano "prima di tutto il significativo impatto
paesaggistico del progetto che si estende su circa 30 ettari,
ritenuto incompatibile con il contesto in cui si inserisce,
classificato come area di pregio e di particolare interesse
agricolo, votata alla produzione di vino docg Montefalco
Sagrantino e di olio dop extravergine di oliva Umbria Colli
Martani. Un'area anche considerata di elevato valore
naturalistico e paesaggistico, con un'unità di paesaggio di
elevata qualità ed esposizione panoramica. L'installazione
dell'impianto comporterebbe l'artificializzazione del
territorio, la compromissione del paesaggio agricolo e rurale, e
l'alterazione delle componenti e relazioni funzionali, storiche,
visive (anche da molteplici punti panoramici e da grandi
distanze), culturali, simboliche ed ecologiche che
caratterizzano il paesaggio. Il progetto non definisce in modo
preciso le opere di connessione alla rete di trasporto
nazionale, in particolare la posizione della stazione elettrica,
il tracciato e la tipologia dell'elettrodotto. La mancanza di
queste informazioni non consente una valutazione completa delle
ripercussioni negative sul paesaggio, sulle risorse
storico-culturali, sull'impatto delle radiazioni
elettromagnetiche e sulla biodiversità".
Secondo la nota di De Luca "non sono state presentate ipotesi
progettuali efficaci per la mitigazione dell'impatto visivo,
aggravando ulteriormente le preoccupazioni relative
all'alterazione del paesaggio". "Inoltre - prosegue -, non è
possibile escludere impatti sul rischio idraulico e
idrogeologico, data la presenza dei fiumi Topino e Clitunno e
del lago dell'Aiso. L'area è soggetta a vincoli paesaggistici ai
sensi del D.Lgs. 42/04 art. 136, che ne limitano le
trasformazioni edilizie e ambientali per tutelare le
caratteristiche peculiari del luogo. Infine, l'area interferisce
con siti di interesse archeologico".
"È fondamentale sottolineare - si dice nel comunicato - che
la Regione Umbria riconosce la transizione ecologica come
obiettivo prioritario e improcrastinabile, e che siamo
fortemente favorevoli alla realizzazione di impianti per la
produzione di energia da fonti rinnovabili. Tuttavia la
transizione ecologica deve essere governata come qualsiasi altro
fenomeno. Oggi ci troviamo con l'assenza pressoché totale di
strumenti non solo nella mancata definizione delle aree idonee
ma anche di quelle non idonee. Questo crea un contesto
sfavorevole anche a chi vuole investire in Umbria. La giunta e
gli uffici tecnici continueranno a lavorare per promuovere uno
sviluppo sostenibile, in cui la transizione energetica sia
compatibile con la tutela del patrimonio naturale e culturale
dell'Umbria. Lo faremo a partire dalla definizione delle aree
idonee e dal riavvio del percorso per l'approvazione del piano
paesaggistico regionale".
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