È "l'intermodalità" il tema che
potrebbe dare ancora più slancio ad un aeroporto come quello di
Perugia. Ad evidenziarlo è stato il presidente di Assaeroporti,
Carlo Borgomeo, nel corso della sua visita all'Aeroporto
internazionale dell'Umbria per un incontro con i rappresentanti
degli enti che operano nello scalo del capoluogo umbro.
Erano presenti, tra gli altri, anche il direttore
dell'aeroporto Umberto Solimeno, il vicepresidente della società
di gestione Sase, Giorgio Mencaroni (presidente della Camera di
commercio dell'Umbria), e Silvia Ceccarelli, direttore Enac. Con
un collegamento da remoto è intervenuto pure il presidente della
Sase, Antonello Marcucci.
Per la sua prima volta al "San Francesco d'Assisi" il
presidente della principale associazione di rappresentanza dei
gestori aeroportuali si è detto colpito dalla "bellezza,
accoglienza ed efficienza". Ha parlato anche di un recupero post
Covid "clamoroso" per Perugia.
"Il settore va benissimo con una crescita del traffico aereo
che è incredibile grazie all'esplosione della domanda che c'è
stata" ha affermato Borgomeo per poi aggiungere: "Le previsioni
che si facevano nel dopo covid sono state sbagliate di un
biennio, visto che abbiamo recuperato due anni prima delle più
ottimistiche previsioni".
Il presidente di Assaeroporti ha parlato di una crescita
"imprevedibile" nel 2019: "Stiamo assistendo ad un fenomeno
planetario per cui la gente ha voglia di volare e per questo
prima di tutto servirebbe anche un coordinamento più forte a
livello istituzionale. Rispetto alla domanda totale attuale
degli oltre 200 milioni di passeggeri, questa continua a
crescere e senza le guerre in corso questa cifra sarebbe stata
già superata lo scorso anno. Fra tre anni arriveremo a 240
milioni. Dove li mettiamo tutti questi passeggeri? Facciamo
nuovi aeroporti?".
Borgomeo ha sottolineato come il problema sia quindi quello
di come far corrispondere una offerta adeguata ad una domanda
così forte. "Questo ha cambiato il giudizio sui piccoli e medi
aeroporti - ha spiegato - dimostrando che questi, rispetto alla
domanda crescente, sono anche per il Piano nazionale degli
aeroporti una riserva di capacità e considerati preziosi".
Ma per i piccoli e medi aeroporti ci sono risposte diverse a
seconda dei casi. In alcune regioni per Borgomeo bisogna puntare
ad una rete di integrazione tra scali, come ad esempio in
Emilia-Romagna (Bologna con Rimini, Forlì, Parma), Sardegna
(Cagliari con Olbia, Alghero), Campania (Napoli con Salerno). Ci
sono poi altre strade, come quella dell'intermodalità, nei casi
in cui è più difficile immaginare una integrazione con altri
aeroporti. Ed è questo il caso di Perugia secondo Borgomeo: "Lo
scalo umbro, a cavallo tra un piccolo e medio aeroporto, sta
crescendo molto ma non credo che possa arrivare con questa
infrastruttura al milione di passeggeri. Bisogna quindi
certamente continuare ad investire per rafforzare la capacità di
offerta dell'infrastruttura ma scatta quindi forte qua
l'esigenza dell'intermodalità per raggiungere altri bacini
vicini".
"Questa visita ci ha fatto molto piacere perché ci mette al
centro di un percorso avviato che vogliamo continuare" ha poi
commentato il direttore Solimeno. "È importante per noi - ha
proseguito - far parte di Assaeroporti ed avere una
rappresentatività nei vari tavoli. Sono 42 gli aeroporti in
Italia e ben 38 sono all'interno di questa associazione che ci
permette di essere tutelati, aggiornati e di avere più forza per
istanze comuni nei confronti di ministeri ed autorità che
regolano il trasporto aereo". "Noi siamo anche all'interno di
Airports Council International che è l'associazione europea
degli aeroporti e anche qua ne facciamo parte orgogliosamente"
ha infine ricordato Solimeno.
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