"Sugli anticipi del Tfs-Tfr a tasso
agevolato (l'un per cento) per gli statali, l'Inps ha
trasformato quello provvisorio del 2024 in uno stop definitivo.
Un'ulteriore ingiustizia nei confronti di chi lavora
quotidianamente per lo Stato che, con impegno e dedizione,
contribuisce al funzionamento della macchina pubblica".
È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil,
Santo Biondo.
"Questa misura rappresenta una violazione dei diritti dei
lavoratori e dimostra un disinteresse totale nei confronti della
condizione economica e sociale dei dipendenti pubblici, già
penalizzati dagli iniqui stanziamenti della Legge di bilancio
2025 per il rinnovo contrattuale. Come è noto - ha proseguito
Biondo - queste lavoratrici e questi lavoratori possono arrivare
a percepire il proprio trattamento di fine rapporto anche dopo 7
anni. Il sistema di anticipazione dietro corresponsione di un
tasso agevolato rappresentava per molti una misura di supporto,
consentendo di far fronte a necessità economiche urgenti. La
decisione di interrompere questo diritto con una norma punitiva
- ha sottolineato il sindacalista della Uil - è incomprensibile
e, soprattutto, discriminatoria. Infatti, se per ottenere
l'anticipazione, in alternativa all'Inps, ci si rivolge a un
Istituto bancario, su un prestito di 45 mila euro, la spesa per
interessi è decisamente più alta e può ammontare a circa 1.500
euro. La Uil - ha concluso Biondo - ritiene questa scelta una
vera e propria sanzione con cui devono fare i conti solo i
lavoratori pubblici, che sono ormai costretti a sopportare un
livello crescente di difficoltà e disuguaglianze: ingiustizie,
queste, che bisogna eliminare".
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