(di Fabio Perego e Francesca Conti)
Nuovo accordo quadriennale tra
Intesa Sanpaolo e Confindustria per la crescita delle imprese
italiane. Il programma congiunto siglato tra le due realtà mette
a disposizione 200 miliardi di euro da qui al 2028 per dare
nuovo slancio al sistema produttivo nazionale, cogliere le
opportunità di strumenti come Transizione 5.0 e Intelligenza
artificiale, integrando così le risorse già stanziate dalla
banca per la realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale
di ripresa e resilienza.
"E' il Pnrr di Intesa Sanpaolo per accompagnare il tessuto
imprenditoriale del Paese nel realizzare obiettivi di crescita e
competitività, investendo sul futuro e sulle sfide che ci
attendono, con un modello di relazione virtuoso e costruttivo",
sottolinea il ceo di Ca' de Sass, Carlo Messina. "Questo accordo
rappresenta uno strumento essenziale a supporto della nostra
visione di politica industriale di medio-lungo periodo",
aggiunge il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che
rileva anche come ci sia la necessità "di fare correre il nostro
Paese" e per questo serve "un piano triennale di politica
industriale".
Tornando all'accordo, questo consolida e rinnova la
collaborazione avviata nel 2009 che, grazie a un volume di
crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450
miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito ad evolvere il
rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle pmi e
delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Tale
supporto è sato declinato in numerose iniziative congiunte che,
anche grazie alle garanzie governative attivate nelle fasi
critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine
di migliaia di imprese e prevalentemente le piccole e medie
imprese che sono la struttura portante del made in Italy nel
mondo.
Le novità dell'accordo riguardano in particolare i processi
di trasformazione sostenibile in linea con il 'Piano Transizione
5.0' ma anche gli investimenti in nuovi modelli produttivi
evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad
aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della
vita. Inoltre l'intesa punta sull'accelerazione della
transizione sostenibile, l'economia circolare i processi
innovativi ad alto contenuto tecnologico e all'abitare
sostenibile.
Tanto Messina quanto Orsini si soffermano poi su quale ruolo
l'Italia possa giocare nel rilancio del progetto europeo. "E'
indispensabile che ci sia una leadership in Europa che io oggi
vedo pochissimo. Oggi chi appare con un governo stabile per
definizione è l'Italia: c'è la possibilità per il nostro Paese
di assumere una leadership anche europea" , è il pensiero del
consigliere delegato di Intesa Sanpaolo secondo il quale in
Europa "dovrebbero pensare un po' di meno e fare un po' più di
cose". Per il presidente di Confindustria "serve un'Europa che
sia compatta, un'Europa che metta al centro di nuovo
l'industria, perché per noi è fondamentale che l'industria sia
di nuovo al centro". Per Orsini inoltre l'Europa deve puntare
anche su "un prezzo unitario dell'energia: deve reagire come ha
reagito quando c'è stato il Covid con i vaccini". Il tema del
"costo dell'energia", è anche uno dei "punti salienti" che,
secondo il presidente di Confindustria, si devono "affrontare" a
livello nazionale e sui cui non si può "più aspettare".
E sempre in ambito nazionale, sottotraccia resta il tema del
consolidamento in atto nel settore bancario. Dopo l'acquisizione
di Ubi del 2020, Messina torna a ribadire che Intesa Sanpaolo
non è interessata "in alcun modo" a nuove operazioni. Peraltro,
dice, "più farai M&A più sarai preso nei casini
dell'integrazione".
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