In Toscana, "la libertà dei
proprietari di immobili di utilizzare i propri beni è sempre più
sotto attacco per politiche ideologiche e restrittive". Eppure,
"i dati smentiscono la narrativa dell'invasione turistica". Lo
afferma Confedilizia, che si chiede se sia davvero questo il
momento di ridurre l'offerta ricettiva.
Secondo l'Irpet (Istituto regionale di programmazione
economica della Toscana), le presenze turistiche nei primi sette
mesi del 2024 sono diminuite dello 0,8% rispetto al 2023, con un
modesto aumento dello 0,5% rispetto al 2019, ultimo anno prima
del Covid. In particolare, sottolinea l'associazione dei
proprietari, è calata la presenza di turisti italiani: -7,3% per
i toscani e -10,4% per gli italiani non residenti in Toscana
rispetto al 2019. Questo calo è stato solo parzialmente
compensato dall'aumento dei visitatori stranieri (+12,9%), in
gran parte europei.
Le città d'arte hanno registrato un leggero aumento dei
pernottamenti rispetto al 2023 (+4,7%), grazie soprattutto alla
primavera. Tuttavia, se confrontiamo i dati con il 2019, emerge
un calo significativo del 5,2%, in controtendenza rispetto alle
località di campagna (+8,6%) e di mare (+2,5%). A Firenze, le
presenze turistiche tra gennaio e luglio 2024 sono diminuite di
oltre il 10% rispetto a cinque anni fa, un calo secondo solo
alla Maremma.
Per Confedilizia dunque "ridurre ulteriormente l'offerta
ricettiva potrebbe aggravare una situazione già delicata,
penalizzando un settore rilevante per l'economia regionale.
Le politiche restrittive della Toscana rischiano di danneggiare
ulteriormente il turismo, già messo a dura prova negli ultimi
anni".
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