Il ventitreenne pianista russo
Alexander Malofeev, vincitore del Premio Ciajkovskij nel 2014,
torna a Bologna per il debutto nella stagione concertistica di
Musica Insieme il 6 maggio alle 20.30 all'Auditorium Manzoni. Il
giovane artista proporrà un programma multiforme, che viaggia
tra epoche, luoghi e generi diversi, come lui stesso spiega: "Ho
voluto costruire la prima parte del concerto su musiche
dell'epoca barocca, ma in qualche modo 'non barocche', perché
guardano al futuro".
Dalla Suite N. 1 in si bemolle maggiore di Georg Friedrich
Haendel, famosa soprattutto per il suo Minuetto, alle Variazioni
e Fuga su un tema di Haendel Op. 24 di Johannes Brahms, dal
sapore romantico, che lascerà poi spazio al Ground in do minore
di Henry Purcell, che "pur essendo barocco suona molto simile a
un brano di Philip Glass - dice ancora Malofeev - d'altronde i
compositori minimalisti del ventesimo secolo si sono molto
ispirati al barocco". A seguire, la Passacaglia in sol minore di
Georg Muffat, tratta dall'Apparatus musico-organisticus dedicata
a Leopoldo I d'Asburgo, e il Concerto N. 2 in la minore per
organo solo (da Vivaldi) BWV 593 di Johann Sebastian Bach nella
trascrizione di Samuel Feinberg.
"Nella seconda metà del concerto ho pensato di inserire
invece tre dei miei compositori romantici preferiti:
Rachmaninov, Skrjabin e Chopin. Ascoltando questi brani si
comprende come ci sia una forte connessione fra le due parti del
concerto, una relazione fra epoca barocca e romantica che
desideravo condividere con gli ascoltatori". Verranno eseguiti
dunque i Morceaux de fantaisie Op. 3 di Sergej Rachmaninov (fra
di essi spicca il celeberrimo Preludio in do diesis minore),
eseguiti per la prima volta a Mosca nel settembre del 1892. E
ancora i Due Pezzi per la mano sinistra Op. 9 di Aleksandr
Skrjabin, un Preludio dallo stile malinconico e un Notturno dal
ritmo Andante e appassionato; per chiudere con l'Andante
spianato e Grande Polacca brillante Op. 22 di Fryderyk Chopin,
scritto in due riprese fra il 1830 e il 1835, e considerato il
più virtuosistico fra i suoi lavori giovanili.
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