Con l'iscrizione nella lista dei
beni immateriali dell'umanità dell'Unesco "viene riconosciuto a
questo bene il ruolo di catalizzatore di tradizioni, abilità,
arti, ovvero patrimoni materiali e immateriali d'importanza
fondamentale per il nostro Paese" e la capacità di rappresentare
"tramite la sinergia di diverse professionalità e il grande
radicamento sociale, l'identità culturale italiana in tutta la
sua ricchezza e bellezza". Così in una nota Federico Domenico
Eraldo Sacchi, presidente del Comitato per la Salvaguardia
dell'Arte del Canto Lirico Italiano, dopo che il Comitato per il
patrimonio immateriale dell'Unesco ha proclamato la pratica del
Canto lirico italiano elemento del patrimonio immateriale
dell'umanità.
Il processo, iniziato nel 2014, ha comportato un lavoro
"intensissimo, sinergico e inclusivo" da parte del Comitato per
la Salvaguardia dell'Arte del Canto Lirico Italiano, che
riunisce sia esperti sia le massime realtà istituzionali della
lirica italiana: "Questo importantissimo riconoscimento
internazionale - aggiunge Sacchi - non sarebbe stato possibile
senza l'entusiasmo di una comunità composita, viva, attiva, che
ha dovuto prendere coscienza della propria complessità e,
condividendo sforzi e obiettivi, ha saputo armonizzarsi in modo
corale".
Negli ultimi anni, oltre all'elaborazione del dossier di
candidatura, il Comitato ha lavorato ad una mappatura dell'Arte
del canto lirico italiano nelle sue numerose declinazioni
formali e informali, pianificando "strategie concrete a favore
della diffusione, valorizzazione e salvaguardia del canto lirico
italiano".
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