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Il cielo sopra Berlino, torna in sala il cult di Wenders

Il cielo sopra Berlino, torna in sala il cult di Wenders

Aspettando Perfect Days, restaurato il film premio a Cannes 1987

ROMA, 29 settembre 2023, 20:27

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"È stato come volare di notte senza strumentazione, con la sola luce di un faro ogni tanto, e quel faro erano i dialoghi di Peter Handke", così tanti anni fa Wim Wenders ricordava Il cielo sopra Berlino, il film cult, uno dei capolavori del regista tedesco, che torna dal 2 ottobre nelle sale italiane, nella versione restaurata dalla Wim Wenders Foundation, grazie alla collaborazione tra la Cineteca di Bologna, con il suo progetto per la distribuzione dei classici restaurati 'Il Cinema Ritrovato. Al cinema', e CG Entertainment, nuovo distributore per l'Italia della library dei film del regista.
Vinse il premio per la miglior regia a Cannes nel 1987 ed a distanza di tanti anni è forse il suo film più amato in una cinematografia lunghissima che spazia dal seminale Falso movimento a Lo stato delle cose, da Paris Texas a Così lontano cosi vicino, senza dimenticare documentari meravigliosi, primo fra tutti Buena Vista Social Club ma anche Pina, Il sale della terra e Francesco. E ora Wenders, con una ritrovata creatività e una poesia delle origini, il 4 gennaio 2024 torna con Lucky Red nelle sale italiane con Perfect Days, presentato a Cannes e candidato dal Giappone per la selezione all'Oscar per il film internazionale, in piena concorrenza con il nostro Garrone.
Il cielo sopra Berlino è abitato da angeli. Condividono lo spazio, ma non il tempo, né il colore, con gli umani. Lo stesso Wenders raccontò le fonti. "Anzitutto dalla lettura delle Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke. Poi, tempo addietro, dai quadri di Paul Klee. Anche dall'Angelo della storia di Walter Benjamin. D'un tratto ascoltai anche un brano dei Cure che parlava di fallen angels. Riflettevo anche su come in questa città convivano, si sovrappongano i mondi del presente e del passato, immagini doppie nel tempo e nello spazio, a cui venivano ad affiancarsi ricordi d'infanzia, di angeli in veste di osservatori onnipresenti e invisibili". Ci sono Bruno Ganz, attore-feticcio di Wenders, e la splendida Solveig Dommartin, Peter Falk nei panni di una "star del cinema" (e di se stesso) e quella di Nick Cave, meravigliosamente immortalato da Wenders insieme ai suoi Bad Seeds. A testimonianza della forte passione di Wenders per il rock - e la New Wave in particolare - troviamo nella colonna sonora del film anche brani di Laurie Anderson, Tuxedomoon, Crime & The City Solution, Minimal Compact, Sprung aus den Wolken e Laurent Petitgand.
Amico da sempre di Peter Handke, lavorò con lui a distanza per Il cielo sopra Berlino. "All'inizio Peter mi aveva detto che la mia idea di una storia sugli angeli custodi era un macello e che non avrebbe potuto aiutarmi perché era nel mezzo di un romanzo. Però nelle quattro settimane successive mi ha mandato delle grandi buste con monologhi e parti di dialoghi ai quali aveva pensato e che ho introdotto nel film", ha ricordato. Quel film è una poesia che racconta Berlino. "Quando ho girato, due anni prima della caduta del Muro, avevamo l'impressione che solo gli angeli avrebbero potuto passare attraverso quel muro". Il film racconta di come due angeli, Damiel e Cassiel (Bruno Ganz e Otto Sander), gettati sulla terra scoprano come gli umani siano ammantati di infinita tristezza per la loro incapacità di comunicare. Damiel si innamora della trapezista Marion (Solveig Dommartin), nonostante non possa neppure essere visto da lei. A dargli una mano ci sarà Peter Falk nei panni di se stesso (nonché di un ex angelo) che lo aiutera' a diventare semplice mortale per poter finalmente farsi amare da una donna. Ma ci sono anche Travis (Harry Dean Stanton), Jane (Nastassja Kinski), Walt (Dean Stockwell), Anne (Aurore Cleme'nt) e Hunter (Hunter Carson) di Paris, Texas. Inquietudine, viaggio, ricerca di sé e scoperta della diversità, tutte tematiche del regista. "Ho preso in esame tutte le professioni - disse una volta Wenders ospite di un Torino Film Festival 2007 - il panettiere, il tassista, il postino, ma ci voleva chi fosse capace di vedere la complessità della città. Invece ognuno aveva uno spaccato. Soltanto gli angeli potevano avere questa particolarità, come il cinema, di superare le barriere, gli ostacoli".
Collegandosi a Rilke, senza nulla di scritto, di precostituito, "il film si realizza come una poesia, ogni giorno un verso - disse - È un modo di lavorare. Quello che più conta è non avere paura. Non si può scrivere una poesia se si ha paura".

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