"Una fase di transizione attiva verso
un sistema sanitario e sociosanitario più prossimo ai bisogni
delle persone con disabilità e con fragilità". E' quanto auspica
Anffas, l'associazione di famiglie con disabilità intellettive e
disturbi del neurosviluppo, accogliendo positivamente la
sospensione fino al 31 dicembre 2026, con la legge 193/24, della
normativa in materia di concorrenza che "non fa distinzione tra
enti profit e no profit".
Nel mirino del'Anffas, in particolare, c'è il decreto del
ministero della Salute del 19 dicembre 2022, attuativo della
legge 118 del 2022, "che spinge verso una maggiore competitività
e trasparenza nel pregresso sistema di affidamento dei servizi
nel settore sanitario e sociosanitario. Però senza fare alcuna
distinzione tra gli enti profit e no profit". Tale riforma,
sottolinea l'associazione, "prevede, infatti, selezioni
periodiche basate su criteri oggettivi per accreditare le
strutture private, promuovendo efficienza e qualità. "Ma tale
apparente positiva finalità - aggiunge l'Anffas - suscita non
poche preoccupazioni per l'impatto sulle realtà del Terzo
Settore (di fatto verrebbero ad essere poste sullo stesso piano
degli Enti Profit), che da sempre svolgono le loro attività nei
diversi servizi socio sanitari con prestazioni rivolte a persone
con disabilità ed altre fragilità, senza alcun fine di lucro,
spesso sobbarcandosi oneri e responsabilità non di loro diretta
spettanza". Alla luce delle difficoltà da più parti manifestate,
sia in termini applicativi che di impatto sugli Enti di Terzo
Settore, con l'articolo 36 della Legge n. 193/24, "è stata
opportunamente sancita dal legislatore la sospensione temporanea
(fino al 31 dicembre 2026) di tali disposizione". La sospensione
- fortemente voluta e sostenuta da Anffas - consente, oggi," di
avere più tempo per mettere mano ad una revisione normativa che
risulta maggiormente organica che tenga conto del particolare
'status' degli Ets in riferimento agli istituti
dell'accreditamento istituzionale e dei conseguenti accordi
contrattuali". Si tratta, conclude Anffas, di "un'imperdibile
occasione per ripensare, entro il 31 dicembre 2026, il sistema
di accreditamento in una chiave più inclusiva, sostenibile e
meno mercatile, almeno per quanto riguarda la specificità del
Terzo settore".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA