La carcassa di un Ibis eremita, uccello praticamente estinto in Europa dove è stato avviato un progetto di reintroduzione e se ne contano 250 esemplari, è stata trovata nelle campagne del Mantovano dal gruppo Carabinieri forestali di Goito.
A lanciare l'allarme la sera dello scorso 21 dicembre è stata l'associazione ambientalista austriaca "Waldtrappteam", di cui i forestali sono partner in Italia: il minuscolo gps dell'animale in migrazione verso l'oasi di Orbetello, alimentato da un ancor più piccolo pannello solare applicato come uno zainetto sulla schiena dell'Ibis, risultava fermo fra Cerasara e Castel Goffredo, in località Bocchere. Dopo due giorni di ricerche inutili, è intervenuta la pattuglia cinofila dei Carabinieri forestali di Lecco che grazie al pastore tedesco Senna ha rintracciato l'uccello con lo zaino gps, folgorato sotto la linea elettrica a media tensione.
Il progetto internazionale sta promuovendo la reintroduzione Ibis eremiti, ridotti a poche decine di esemplari in tutto il mondo con solo poche coppie riproduttive che si trovano in alcuni giardini zoologici europei. Gli esemplari nati sono stati abituati a riconoscere come "genitori" alcuni ricercatori naturalisti del progetto, che dopo i mesi di allevamento portato avanti in ambienti a loro famigliari, giunti al momento della migrazione, li hanno abituati a migrare seguendo i deltaplani a motore condotti dai ricercatori stessi, partendo dall' Austria ed accompagnandoli in volo fino ai luoghi di svernamento storici per l' Ibis eremita, che in Italia sono, tra gli altri, le Lagune di Orbetello. Man mano gli ibis hanno imparato a migrare da soli, portandosi dietro i giovani nel frattempo nati. Ma le migrazioni sono ricche di insidie, in questo caso per cause naturali, ma anche per il bracconaggio, con perdite che in Italia - in particolare fra bassa bresciana e basso veneto in Toscana, superano il 30%.
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