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Applausi al Carlo Felice di Genova per una Traviata 'funerea'

Applausi al Carlo Felice di Genova per una Traviata 'funerea'

Torna l'allestimento di Gallione.

GENOVA, 13 gennaio 2025, 11:47

Redazione ANSA

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Carlo Felice di Genova stracolmo ieri sera per "Traviata". L'opera verdiana costituisce uno dei titoli di maggior richiamo della stagione lirica e il tutto esaurito era ampiamente prevedibile. L'allestimento proposto era quello prodotto a Genova nel 2016 e ripreso nel 2018, a firma del regista Giorgio Gallione e dello scenografo Guido Fiorato.
    Una scena spoglia, dominata da un grande albero che rappresenta la vita di Violetta e nell'ultima scena sradicato. Dominano il bianco e il nero con l'unica eccezione del rosso del sangue di cui sono intrisi i fazzoletti di Violetta.
    Una impostazione tragica perché nella visione registica la morte della protagonista è già annunciata nel Preludio e tutta l'opera si svolge come una sorta di flashback funereo: si pensi alle due feste con tutti i partecipanti vestiti di nero. Un'idea indubbiamente originale con qualche eccesso che potrebbe evitarsi: ad esempio l'accanimento di Alfredo nel gettare le banconote addosso alla povera Violetta, oppure i troppi interventi coreografici (lodevoli tuttavia sul piano qualitativo dell'Ensemble Deos) che in taluni casi (ultimo atto) risultano troppo distraenti. L'interpretazione di Gallione ha trovato riscontro, comunque, nella lettura musicale di Renato Palumbo che già aveva sottolineato proprio il senso di morte che si avverte nel Preludio e non abbandona mai la protagonista. Una lettura, la sua, incisiva, corretta, puntuale nel rapporto fra palcoscenico e buca con alcuni momenti di notevole intensità espressiva: basta pensare allo scontro fra Violetta e Giorgio Germont o al grande concertato che chiude il secondo atto.
    Ineccepibile il cast. Carolina Lopez Moreno, al suo debutto a Genova, ha vestito i panni di Violetta con ammirevole autorità facendosi apprezzare per la vocalità e per la presenza scenica.
    Accanto a lei uno straordinario Roberto Frontali ha costruito un Germont padre di rara duttilità: lo scontro con Violetta e poi il successivo confronto con Alfredo sono risultati fra i momenti migliori della recita. Francesco Meli ha restituito con il consueto mestiere un Alfredo generoso e appassionato. Un trio eccellente, insomma, affiancato da un gruppo all'altezza della situazione da Andrea Porta a Carlotta Vichi, da Chiara Polese a Claudio Ottino, Roberto Covatta, Francesco Milanese, Giuliano Petouchoff e Filippo Balestra. Applausi calorosi. Prima replica domani sera, ore 20.
   

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