La procura di Genova ha chiesto
condanne che vanno da un massimo di un anno e nove mesi a un
minimo di un anno e quattro mesi per cinque degli imputati, che
hanno scelto il rito abbreviato, per il crack della Qui!Group.
Il colosso dei buoni pasto era fallito nel 2018. Nelle scorse
settimane, nel corso dell'udienza preliminare davanti alla
giudice Caterina Lungaro, erano stati chiusi i patteggiamenti di
Gregorio Fogliani, il patron del gruppo, la moglie Luciana
Calabria e le figlie della coppia. Fogliani aveva chiuso con una
pena a quattro anni e mezzo e la confisca di quanto gli era
stato sequestrato (tra ville, quote societarie e soldi). La
moglie e le figlie, invece, hanno patteggiato condanne tra un
anno e 10 mesi e un anno e 11 mesi.
Le indagini erano partite dal fallimento del colosso dei
buoni pasto nel 2018 quando il passivo della società aveva
raggiunto i 600 milioni. Oltre tremila i danneggiati. Tra i
creditori c'erano i dipendenti ma soprattutto ristoranti, bar e
supermercati che avevano erogato cibo e prodotti con i buoni
pasto.
Fogliani aveva anche ottenuto un appalto della Consip per
fornire i ticket ai dipendenti pubblici. Dopo Qui!Group erano
via via fallite le altre società collegate, come la Pasticceria
Svizzera e il bar Moody sempre a Genova. I reati contestati, a
vario titolo, sono bancarotta fraudolenta, riciclaggio, truffa
aggravata e autoriciclaggio. Secondo l'accusa la famiglia
avrebbe spogliato la società sottraendo i soldi per spese
personali, come una maxi villa in Versilia e il matrimonio da
favola di una delle figlie e per alimentare le casse della
società Azzurra 95.
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