"Il record di spesa per le produzioni
agroalimentari made in Italy si registrano in Svizzera, Austria
e Germania. In un anno un cittadino svizzero spende 177 euro per
mettere in tavola cibo italiano, in Austria la spesa pro capite
si attesta sui 128 euro, mentre negli Usa la spesa pro capite è
equivalente a 14 euro e in Cina 0,2 euro. Il potenziale è in
Paesi affini, dove capiscono la nostra cultura agroalimentare, e
in Germania il nostro export può crescere. I produttori italiani
devono quindi guardare a queste geografie-chiave". Lo ha
sottolineato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma, alla
conferenza stampa di presentazione del "Salone internazionale
dell'alimentazione" che si terrà a Parma il 29 e 30 marzo, con
500 espositori e una vetrina per mille brand e oltre 30 start up
di tutto il mondo e spazi gratuiti per Università e incubatori
che potranno così avere, ha sottolineato Cellie, "un
acceleratore di visibilità".
Tra i top buyer presenti a Cibus, Metro AG International
Germany, Selfridges, Sodexo UK, Waitrose UK, Albertsons, H-E-B
USA, Rouses Supermarkets, Meijer, Albertsons, Performance Food
Group, Sysco, The Kroger Co. Sysco, Marks & Spencer, Lulu Group
International, Mercadona, Eroski Spain, Biedronka (Jeronimo
Martins), Lotte Mart, Coop Estonia, Colruyt, Delhaize, Billa,
Leclerc, Tesco. Per il sistema produttivo nazionale, ha
osservato ancora Cellie, "l'italian sounding è un problema che
erode potenzialità di vendite all'estero, ma lo è anche la
fragilità distributiva. Siamo forti in Austria perché è vicina,
lì ci andiamo direttamente a vendere. In questo contesto Cibus è
la fiera della disintermediazione: vuole dimostrare l'importanza
del contatto diretto con la distribuzione e la ristorazione
estera. E' questa l'unica via di sviluppo del nostro export" ha
concluso.
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