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Morto dopo crollo in Galleria Umberto, condanne e assoluzioni

Morto dopo crollo in Galleria Umberto, condanne e assoluzioni

Appello a Napoli. Avvocato: "Comune l'unico vero responsabile"

NAPOLI, 13 gennaio 2025, 19:46

Redazione ANSA

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Sentenza di primo grado confermata per gli imputati Bruno Mariano ed Elio Notarbartolo; omicidio colposo prescritto per Giovanni Spagnuolo, per il quale la pena viene rideterminata in un anno e quattro mesi di reclusione, e assoluzione per Marco Fresa e Franco Annunziata, per non avere commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato: entrambi avevano rinunciato alla prescrizione. Si è concluso, davanti alla prima sezione penale della Corte di Appello di Napoli (presidente Giovanni Carbone) il processo di secondo grado sulla morte dello studente 14enne Salvatore Giordano, ferito a morte dal pesante frammento di un fregio staccatosi dalla Galleria Umberto I di Napoli il 5 luglio del 2014. I reati contestati, a vario titolo, sono omicidio e disastro colposo.
    Il giovane venne colpito alla testa da un grosso e pesante pezzo di stucco ornamentale mentre passeggiava lungo via Toledo con un gruppo di suoi amici e morì diverso tempo dopo in ospedale, per le gravi ferite riportate.
    Il 19 settembre 2022, la famiglia della giovanissima vittima, difesa dall'avvocato Sergio Pisani, ottenne dal giudice monocratico di Napoli Barbara Mendia la condanna di cinque imputati, tra cui alcuni dipendenti comunali, e un'assoluzione (un settimo imputato nel frattempo morì).
    Le condanne in primo grado riguardarono il tecnico e dipendente comunale Franco Annunziata (un anno e due mesi); l'amministratore del condominio coinvolto nella tragedia, Elio Notarbartolo (due anni); Mariano Bruno, amministratore dello stesso condominio (due anni) come Marco Fresa (un anno e due mesi), e, infine, di Giovanni Spagnuolo, all'epoca dei fatti dirigente comunale (due anni).
    Lo scorso 27 maggio, al termine della sua requisitoria, il sostituto procuratore generale di Napoli Maria Aschettino chiese la conferma della sentenza di primo grado, dopo avere sostenuto che la morte di Salvatore venne preceduta non da segnali ma "da sirene d'allarme", rimaste inascoltate.
    Per il magistrato Salvatore morì da eroe, nel tentativo di salvare l'amico che con lui stava, passeggiando lungo via Toledo, quel giorno. Proprio per ricordare questo gesto, l'avvocato Pisani ha chiesto il riconoscimento della medaglia al valore civile per Giordano.
    "Viene confermato un impianto accusatorio che a mio parere non rende reale giustizia alla famiglia di Salvatore - ha detto l'avvocato Sergio Pisani dopo la sentenza - ho sempre sostenuto e credo fermamente che il vero e unico responsabile della morte di Salvatore sia il Comune di Napoli".
   

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