Una sciagura, rappresentata da
un'improvvisa tempesta solare che spegne all'improvviso ogni
dispositivo elettrico e elettronico sul pianeta, dai pali della
luce alle auto, dai computer ai telefoni e lo rende quasi del
tutto infertile. È l'evento che spinge il mondo verso
l'apocalisse in Nina dei lupi, il fantasy distopico di Antonio
Pisu, liberamente tratto dall'omonimo libro di Alessandro
Bertante (del 2011, ripubblicato ora ad hoc dalla Nave di
Teseo), al debutto tra le proiezioni speciali delle Giornate
degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia e dal 31 agosto
in sala con Genoma Films (anche produttrice).
A guidare la trama un cast guidato dalla giovanissima Sara
Ciocca (in una impressionante prova d'attrice), insieme fra gli
altri a Sergio Rubini, in un ruolo inedito, Sandra Ceccarelli,
Cesare Bocci, Davide Silvestri, Tiziana Foschi (anche
cosceneggiatrice), Caterina Gabanella, Fabio Ferrari e Paolo
Rossi Pisu.
L'attualità del romanzo di Bertante "è quello che ci fa fatto
innamorare del libro. Crea una forte metafora del mondo di oggi
- spiega all'ANSA Pisu -. Il mondo finisce a causa
dell'interruzione di qualsiasi tipo di apparecchiatura
elettronica, le stesse di cui oggi siamo schiavi". Nel romanzo
"la 'sciagura' è un morbo. A noi sembrava qualcosa già di troppo
visto e poi era una bella occasione per far vedere un mondo che
finisce a causa nostra".
La storia si concentra su un piccolo paese di montagna, al
centro di un'antica leggenda, dove la terra è rimasta fertile:
un dono che gli abitanti proteggono isolandosi. L'enigma del
luogo è incarnato da un'adolescente, Nina (Ciocca), trovata
neonata proprio nel giorno della sciagura. La teenager ha un
misterioso potere legato alla natura che porta i suoi
conterranei ad additarla e chiamarla strega. Quando l'arrivo di
un viandante, Fosco (Rubini), e di una banda di predoni
sconvolge la loro realtà sarà Nina l'unisca speranza per
salvarsi da un nuovo violento ordine. Tra i legami
dell'attualità della storia anche l'atteggiamento di chiusura
dei paesani: "Condividere è accogliere. Noi invece viviamo in
mondo in cui si vogliono costruire muri per dividere, basti
pensare al nodo dei migranti".
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