Aumenti del tutto ingiustificati che
non trovano spiegazione nell'andamento delle quotazioni
petrolifere.
Lo afferma il Codacons, commentando i rialzi dei carburanti
registrati sulla rete italiana.
Rispetto a fine 2024 il petrolio registra una leggera salita,
con le quotazioni del Brent cresciute del 4% rispetto ai valori
di fine dicembre, e prezzi del tutto sotto controllo lontani dai
record raggiunti negli anni passati. - spiega il Codacons - A
fronte di tale sostanziale stabilità delle quotazioni, si
registra invece un sensibile rialzo dei listini alla pompa, con
un aumento di 3 centesimi al litro in pochi giorni che
equivalgono ad una maggiore spesa sui rifornimenti pari a +1,5
euro a pieno, +36 euro ad automobilista su base annua. Senza
contare ovviamente gli effetti indiretti legati ai maggiori
costi di trasporto per le merci che viaggiano su gomma e che
rappresentano l'88% dei prodotti venduti in Italia.
Aumenti dei listini alla pompa su cui invece sembra invece
pesare l'extra-costo addebitato da inizio anno a rivenditori e
gestori per la quota d'obbligo di miscelazione annuale dei
biocarburanti, costo che rischia di essere interamente scaricato
sui consumatori finali attraverso un incremento dei prezzi di
benzina e gasolio, afferma il Codacons.
Il timore è che sugli italiani si stiano per abbattere
rincari speculativi di inizio anno che interesseranno non solo i
carburanti, ma anche le bollette di luce e gas, nonostante non
vi siano al momento elementi concreti in grado di determinare
una crescita di prezzi e tariffe. - aggiunge il Codacons -
Rincari che, se non fermati per tempo, aggraveranno la spesa
energetica degli italiani, influendo sulla capacità di acquisto
dei cittadini e sulla propensione ai consumi.
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