La firma apposta 'A nome di tanti
italiani' sul registro dei presenti alla commemorazione nel
piccolo cimitero all'ombra della Medina di Hammamet e il mazzo
di fiori bianchi e rossi sulla lapide con la scritta 'La mia
libertà equivale alla mia vita'. E' l'omaggio del presidente del
Senato Ignazio La Russa volato in Tunisia per partecipare alle
celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della morte di
Bettino Craxi. Alla cerimonia, accanto ai figli Stefania e Bobo
e a simpatizzanti e amici, anche il vicepremier Antonio Tajani.
La presenza di La Russa e Tajani "rimette ordine nelle pagine
della storia", commenta Nicola Carnovale, direttore generale
della Fondazione Craxi. Del resto, nelle parole del presidente
del Senato e del vicepremier emerge la volontà di porre
l'accento sul Craxi come "grande figura della storia", per dirla
con La Russa. Che osserva anche come "non sarebbe dovuto
accadere che dovesse morire qui in esilio". "Craxi - sottolinea
Tajani - è stato uno dei grandi protagonisti della storia
politica italiana del dopoguerra". "E' stato uno dei grandi
protagonisti della politica estera italiana insieme ad Andreotti
e Berlusconi - prosegue Tajani - un uomo che ha avuto sempre il
coraggio di difendere le proprie idee, pagando anche con
l'esilio le proprie scelte, vittima di un giustizialismo
dissennato".
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