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Il Cdr di Metro: "E' la vigilia di Natale e noi siamo al capolinea"

Il Cdr di Metro: "E' la vigilia di Natale e noi siamo al capolinea"

Dal 31 stop ai giornalisti. "Dall'editore un cinico tempismo"

ROMA, 24 dicembre 2024, 13:57

Redazione ANSA

ANSACheck
Metropolitana chiusa a Milano, archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Metropolitana chiusa a Milano, archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

La NME - New Media Enterprise Srl in liquidazione, società editrice del quotidiano freepress Metro e del sito metronews.it, ha comunicato al Comitato di redazione, "con perfetto e cinico tempismo alla vigilia di Natale", l'interruzione della produzione dal 23 dicembre 2024 e dell'attività lavorativa giornalistica dal 31 dicembre 2024. Lo rende noto il cdr della testata freepress, mentre sono state avviate le trattative, con il sostegno sindacale dell'Associazione Stampa Romana e dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, per garantire la massima protezione alle colleghe e ai colleghi.
    Come Cdr "ci teniamo a riavvolgere il nastro di questo brutto finale. Quando Metro è approdato in Italia da un'idea nata nel Nord Europa, uscendo per la prima volta il 3 luglio del 2000 a Roma e pochi mesi dopo a Milano, è apparso subito come una salutare rivoluzione nel coacervo di intrecci tra imprenditoria e politica che caratterizza la gestione dell'editoria e della pubblicità nel nostro Paese. Il suo arrivo ha portato anche delle innovazioni giornalistiche, il 'Metro style', che oggi sono divenute imprescindibili: dalla sintesi dei testi alle infografiche, dall'attenzione a tutte le sensibilità alla paritaria rappresentazione di genere. La freepress - a dispetto dei falsi miti - non ha 'rubato' lettori a nessuno, innescando invece un virtuoso effetto democratico di allargamento dei fruitori di informazione e di incentivo alla lettura. È stato uno spettacolo vedere i convogli della metropolitana pieni di persone con un giornale aperto davanti".
    L'esperienza di Metro in questi quasi 25 anni, ricorda ancora il Cdr, "è stata incredibilmente libera, senza vincoli né imposizioni che non fossero il rispetto delle lettrici e dei lettori che prendevano, a loro volta liberamente, le copie dai dispenser. L'essere gratuiti ha costituito una sfida quotidiana in più, per ribaltare gli stereotipi e costruire ogni giorno stima e autorevolezza con la qualità del nostro lavoro. È così che Metro è diventato un 'marchio' unanimemente apprezzato e riconosciuto. Una storia forse troppo bella per un Paese miope come il nostro. Per questo si è fatta via via terra bruciata intorno alla freepress ed è iniziata la parabola discendente, complice il dilagare dei cellulari e delle 'squid-news' on demand, con il declino generale della carta stampata. Il colpo definitivo però, in una mesta spirale di immeritato avvitamento, è venuto dall'improvvida gestione degli editori nostrani che hanno accompagnato Metro al capolinea".
    Le giornaliste e i giornalisti di Metro "hanno vissuto anni di crescente precarietà, hanno accettato responsabilmente ammortizzatori sociali sempre più pesanti senza far mai mancare il proprio impegno professionale per garantire la massima qualità possibile dell'informazione. Sino all'ultimo si sono fatti carico delle conseguenze dei tagli e della crisi. E ora, giusto alla vigilia di Natale, si ritrovano insieme alle loro famiglie a fare i conti con l'amara assenza di qualsiasi prospettiva lavorativa. Ma in questo duro momento il nostro pensiero va con riconoscenza ai milioni di lettrici e lettori che ci hanno seguito con fiducia in tutti questi anni. Li vogliamo ringraziare di cuore perché, insieme a noi, sono stati protagonisti di un'esperienza editoriale senza eguali, che ha lasciato e lascerà il segno nella storia del giornalismo italiano. Da parte nostra - conclude il Cdr di Metro - siamo convinti che la freepress, quella vera, praticata con spirito indipendente e democratico, abbia ancora delle enormi potenzialità e possa costituire una delle chiavi da utilizzare per cercare di dare un futuro al mondo dell'informazione".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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