"Investire nella politica estera è
un investimento a lungo termine, investire nella cultura e nella
lingua in politica estera è un investimento ancora più a lungo
termine. Ma è un investimento sicuro che produrrà utili in
termini di ricchezza economica, culturale, di rapporti tra
Paesi. Quindi è indispensabile che si cerchi, anche in periodi
di vacche molto magre come questo, di allocare sempre più
risorse in questo ambito". Lo ha detto all'ANSA il
sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, a margine degli
Stati Generali della diplomazia culturale che si chiudono oggi a
Firenze.
"I fondi non sono mai abbastanza, ma saremmo folli a non
investire a sufficienza nella diplomazia culturale: ci sono
Paesi che hanno fame di italianità, di cultura e di lingua
italiana e che ci chiedono l'apertura di Istituti di cultura,
quando magari alcuni nostri vicini di casa europei lo hanno già
fatto", ha spiegato Silli che ha partecipato a Palazzo Vecchio
al lancio della Settimana della Lingua italiana nel mondo che si
aprirà il 16 ottobre.
All'estero, ha ricordato il sottosegretario, sono 2 milioni
gli studenti di lingua italiana, un dato che "deve farci
riflettere su quanto ancora l'Italia sia una calamita, attragga
verso di sé attraverso strumenti che la politica spesso
sottovaluta".
Tema di questa XXIII edizione della Settimana sarà
"L'italiano e la sostenibilità", con l'obiettivo - spiega la
Farnesina - di "promuovere, attraverso la lingua italiana, la
cultura della sostenibilità portata avanti da un Paese
all'avanguardia sulle tematiche ambientali".
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