''Siamo gli utili idioti di Vladimir Putin'': questo duro attacco all'amministrazione Trump è arrivato inaspettatamente da un membro della famiglia Vance. Nate, il cugino del vicepresidente degli Stati Uniti che aveva combattuto in prima linea in Ucraina contro la Russia di Vladimir Putin, ha condannato il trattamento riservato al presidente Volodymyr Zelensky durante il recente meeting alla Casa Bianca: lo racconta il quotidiano francese Le Figaro in un lungo articolo pubblicato anche in lingua inglese sul suo sito internet.
Il 47enne Vance, originario del Texas, è stato in Ucraina per tre anni, di cui due e mezzo trascorsi al fronte, nel fango delle trincee, con il battaglione 'Da Vinci Wolves': ha partecipato alle battaglie di Kupyansk, Bakhmut, Avdiivka e Pokrovsk ed è rientrato negli Usa all'inizio di gennaio, poco prima dell'insediamento di J.D. alla vicepresidenza. Quando il 28 febbraio ha sentito suo cugino discutere con Zelensky nello Studio Ovale della Casa Bianca, si è infuriato. "J.D. è un bravo ragazzo, intelligente. Quando ha criticato gli aiuti all'Ucraina, ho pensato che fosse perché doveva accontentare un certo elettorato, che fosse un gioco politico. Ma quello che hanno fatto a Zelensky (Vance e Trump) è stato un agguato in assoluta malafede", il suo attacco.
Nate e J.D. hanno gli stessi nonni: Beverly, la mamma di J.D., è sorella di James, il padre di Nate. I due hanno passato le vacanze insieme. Ma ''essere della tua famiglia non significa che accetterò di vederti lasciare uccidere i miei compagni'', afferma Nate rivolgendosi al cugino. Con metodo, l'ex soldato che dal rientro negli Usa attraversa le strade dell'Ovest a bordo di un camper, smonta l'argomentario del cugino, sottolineando tra le altre cose i benefici che gli Usa hanno tratto dal loro coinvolgimento nella guerra.
''Sono deluso. Quando J.D. giustifica la sua sfiducia verso Zelensky attraverso i 'reportage' che ha visto (in tv), credevo di strozzarmi", sottolinea citato dal giornale parigino, aggiungendo: ''Suo cugino è stato in prima linea. Avrei potuto raccontargli la verità, senza messinscene, senza interessi personali. Non ha mai cercato di saperne di più".
Nate dice di aver tentato più volte di entrare in contatto con J.D. ''Dall'Ucraina contattare un senatore non è facile'', ma ''ho lasciato dei messaggi al suo ufficio. Non ho mai avuto notizie'', deplora l'ex marine dalla barba bianca. A inizio gennaio, dopo la vittoria di Trump, la decisione di rientrare.
''Restare diventava complicato. Non potevo assumermi il rischio di venire catturato'', spiega il texano, oggi in cerca di un editore per pubblicare le sue "memorie di guerra''.
Da sempre repubblicano, descritto dagli uomini che hanno combattuto con lui come un tiratore scelto, Nate continua a non capacitarsi del nuovo corso Usa. ''Donald Trump e mio cugino - avverte - sembrano credere di poter ingraziarsi Putin. Si sbagliano. I russi non dimenticano il nostro sostegno all'Ucraina. Siamo gli utili idioti di Vladimir Putin".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA