(di Patrizio Nissirio)
Il giorno dopo la tragedia
all'aeroporto di Muan in Corea del Sud, costato la vita a 179
persone, Seul ha avviato un'"ispezione completa" dei suoi Boeing
737-800 - il modello coinvolto nello schianto - gestiti dalle
compagnie aeree del Paese. Per il vice ministro dell'Aviazione
civile, Joo Jong-wan "i registri di manutenzione di sistemi
chiave come i motori e i carrelli d'atterraggio saranno
esaminati a fondo per 101 aerei gestiti da sei compagnie aeree
che utilizzano lo stesso modello dell'aereo dell'incidente". Ha
aggiunto che l'ispezione durerà fino al 3 gennaio.
Funzionari della sicurezza aerea degli Stati Uniti e
personale della Boeing sono intanto attesi in Corea del Sud per
unirsi agli investigatori che indagano sul disastro aereo, uno
dei più gravi nella storia dell'aviazione locale. Il Ministero
dei trasporti - citato da Sky News - ha intanto affermato che il
pilota aveva comunicato alla torre di controllo che il Boeing
della Jeju Air aveva subito un impatto con uno stormo di uccelli
e aveva poi lanciato il mayday prima che l'aereo precipitasse.
Il Boeing 737-800 trasportava 181 persone dalla Thailandia
alla Corea del Sud quando ha lanciato l'allarme ed è atterrato
sulla pancia prima di schiantarsi contro una barriera ed
esplodere. Tutti a bordo del volo Jeju Air 2216 sono morti,
tranne due assistenti di volo estratti dai rottami e ora
ricoverati in ospedale in condizioni stabili. La lente degli
investigatori è puntata in particolare sui carrelli, che non
avrebbero funzionato: ancora oggi un volo della stessa Jeju Air
decollato dallo scalo internazionale di Gimpo, nella provincia
nordoccidentale di Gyeonggi, ha rilevato un problema al carrello
di atterraggio poco dopo il decollo e ha fatto ritorno
all'aeroporto di partenza.
La Corea del Sud ha proclamato 7 giorni di lutto in seguito
del disastro, con le bandiere a mezz'asta sugli edifici
governativi. Il presidente ad interim Choi Sang-mok, in carica
solo da venerdì, ha affermato che il governo sta facendo "ogni
sforzo" per identificare le vittime e sostenere le famiglie in
lutto.
Ma all'aeroporto internazionale di Muan, le grida di angoscia
hanno riecheggiato nel terminal man mano che le famiglie
ricevevano aggiornamenti dalle autorità. Molti parenti hanno
espresso disperazione e frustrazione per la lentezza del
processo di identificazione. "Vogliamo che le autorità ci
restituiscano i nostri cari, anche se sono solo all'80%
intatti", ha detto Park Han-shin, un rappresentante delle
famiglie delle vittime. Ha anche sollecitato le autorità ad
accelerare gli sforzi di ricerca, soprattutto perché l'aumento
delle temperature minaccia di accelerare la decomposizione dei
resti.
L'amministratore delegato di Jeju Air, Kim E-bae, ha
affrontato le rabbiose critiche delle famiglie durante la sua
prima visita ai parenti in lutto. I video sui media locali
mostrano familiari che gridano contro Kim, chiedendo spiegazioni
sul ritardo del suo arrivo ed esprimendo indignazione per la
asserita mancanza di urgenza nella risposta della compagnia, che
sta registrando un numero record di cancellazione di
prenotazioni. Kim si è inchinato in segno di scuse, esprimendo
dolore e porgendo le sue condoglianze, ma questo non è bastato a
placare la rabbia dei presenti.
Le autorità affrontano enormi difficoltà nell'identificazione
dei resti umani: gli operatori stanno utilizzando impronte
digitali e analisi del Dna e, fino a oggi, è stata accertata
l'identità di 146 vittime. Rimangono ancora 33 casi in attesa di
ulteriori analisi. I funzionari hanno espresso speranza di poter
ricostruire l'80-90% dei corpi entro dieci giorni.
Il giorno dopo la catastrofe, il luogo dell'incidente presenta
uno scenario agghiacciante tra detriti, macchie di sangue e
resti umani sparsi nelle zone umide vicino all'aeroporto;
ovunque ci sono sedili macchiati di sangue, metallo contorto e
un persistente odore di bruciato.
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