Sono 411 le imprese in meno nei
primi tre mesi del 2020 in provincia di Perugia, con un tasso di
crescita negativo del - 0,57%.
Saldi negativi anche su base regionale: l'Umbria in novanta
giorni ha perso 582 imprese, -0,62% il tasso di crescita.
Il bilancio della nati-mortalità delle imprese della
provincia di Perugia tracciato da Movimprese tra gennaio e marzo
di quest'anno sconta la situazione di difficoltà, in
peggioramento, dello stato dell'economia, anche locale.
L'analisi congiunturale - primo trimestre 2020 su quarto 2019 -
conferma vistosi arretramenti per quasi tutti i settori
produttivi. Il commercio all'ingrosso e al dettaglio perde 215
imprese (-1,5%), l'agricoltura, silvicoltura e pesca meno 100
imprese (-0,8%), le attività manifatturiere - 72 imprese
(-1,2%), le costruzioni - 74 imprese e il settore hotel e
Ristorazione - 16 (-0,4%).
Il 2020 - emerge dai dati diffusi dalla Camera di commercio
di Perugia - parte male anche per l'artigianato: 283 nuove
imprese contro 447 cessate, saldo meno 164, più del triplo
rispetto al saldo sempre negativo del quarto trimestre 2019.
Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio
di Perugia, "non si attenuano le difficoltà dei diversi settori
produttivi della provincia di Perugia". "Da gennaio a marzo 2020
- ha ricordato -, sono state aperte 1.036 nuove imprese, di
contro 1.447 hanno cessato l'attività".
"La pandemia - ha sottolineato Mencaroni - colpisce la
fiducia degli imprenditori perugini: occorre superare il
lockdown, con cautela, senso di responsabilità, in assoluta
aderenza a norme di sicurezza stringenti e sotto costante
controllo. C'è molto lavoro da fare, subito. Dobbiamo creare le
condizioni per la ripartenza: non si riaprono le aziende
schiacciando un bottone".
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