Guardando alla dimensione d'impresa,
"le più piccole (con meno di dieci addetti) appaiono più
pessimiste delle maggiori sul loro futuro mentre univocamente
negativa è l'opinione sul futuro dell'economia nazionale".
Per cna la "sensazione" è "complessivamente preoccupante" e
"potrebbe addirittura peggiorare".
"Ne è convinto il 39,3% delle imprese qualora perdurasse
l'instabilità politica a livello internazionale. Altri fattori
di rischio sono il costo del lavoro (32%), i corsi delle materie
prime (31,8%), la mancanza di politiche pubbliche a sostegno
dell'economia (23,5%) e la difficoltà a reperire manodopera
qualificata (22,1%). Tutti fattori esogeni, quindi, mentre
minore preoccupazione viene manifestata verso quanto è più
direttamente sotto il controllo delle imprese: concorrenza,
rapporto con i clienti e gli istituti di credito, rispetto delle
normative, necessità di stare al passo con l'evoluzione del
settore, sfida della digitalizzazione".
Sono "quasi tutte esogene" anche le "eventuali opportunità":
l'indagine indica che "il miglioramento del quadro di
riferimento infatti potrebbe, per quasi sei imprese su dieci (il
58%), agevolare la crescita economica quest'anno. A seguire
l'inflazione sotto controllo (33,6%) e la riduzione dei tassi
d'interesse da parte della Banca centrale europea (30,1%)".
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