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>>>ANSA/L'export alimentare traina il made in Italy

>>>ANSA/L'export alimentare traina il made in Italy

Dal 7 al 10 maggio a Parma più di 3mila brand in mostra a Cibus

ROMA, 19 marzo 2024, 17:57

Redazione ANSA

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(di Alessandra Moneti) Con oltre 52 miliardi di euro di vendite all'estero, in aumento del +6,6% rispetto al 2022 secondo dati Istat, l'agroalimentare è il secondo settore industriale italiano dopo la meccanica, dove peraltro le macchine per l'agricoltura hanno una quota di business rilevante. Ma non si fermano sugli allori gli imprenditori del cibo, delle bevande e del vino italiani mostrando tenacia nello strappare un ordine in quanto responsabili di realtà spesso a conduzione familiare o di brand con forte radicamento sociale, come sottolineato dagli industriali che si riuniranno a Cibus alle Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio. Su scala globale - è l'obiettivo condiviso dagli operatori che chiedono investimenti nella logistica e nel settore della distribuzione - si vuole raggiungere presto il valore dell'export della Francia, eterno rivale nel business che gira attorno alla tavola di qualità. "Un Paese che va a Nutella e Parmigiano non può fermarsi - ha detto Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma - e la quota di export a 52 miliardi deve crescere. Se in Europa la battaglia l'abbiamo vinta, - basti pensare che il consumo pro capite di food & wine italiani in Danimarca è pari a 130 euro mentre in Giappone è di otto euro, - dobbiamo guardare al mondo e portare sempre più asiatici e americani a verificare come produciamo le eccellenze del nostro agroalimentare, secondo alti standard di qualità e sicurezza alimentare. Sarà questo compito prioritario per Cibus 2024 che registra la quota-record di 3,000 espositori e 2.000 top buyer internazionali presenti". Inoltre, ha osservato Cellie, "noi italiani siamo antropologicamente diversi dagli altri imprenditori esteri di settore: durante il Covid non abbiamo smesso di fare consegne, contrariamente, ad esempio, ai francesi. Così abbiamo dimostrato di essere fornitori affidabili, e questo ci ha permesso di registrare incrementi nelle vendite all'estero che quest'anno solo per la pasta superano il 13%. Un risultato notevole nonostante l'atteggiamento ipernormativo dell'Europa che rischia di frenare la nostra competitività". Un cruccio, quello dei vincoli e restrizioni al fare impresa imposti da Bruxelles, che muove l'impegno del ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida che ha annunciato diversi eventi di promozione, tra cui una settimana delle qualità italiane in sede di G7 Agricoltura, con una expo di eccellenze ad Ortigia che amplierà l'esposizione del made in Italy in questa prestigiosa vetrina internazionale a Siracusa dal 26 al 28 settembre. Nel frattempo "l'industria alimentare italiana si presenta a Cibus 2024 come un comparto sano, ha evidenziato il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino - in costante crescita e che gode di grande fiducia da parte dei consumatori.
    Tale fiducia si riflette anche all'estero, dove l'industria alimentare italiana sta conquistando sempre più mercati". In questo sforzo di conquista di quote di export forte appare la collaborazione tra pubblico e privato: "stiamo serrando i ranghi - ha detto Matteo Zoppas, presidente Ice - per traghettare il business delle imprese agroalimentari, Pmi comprese, sempre più all'estero".
   

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