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Cena e sesso per corrompere Il ministro

Cena e sesso per corrompere Il ministro

In sala il film di Giorgio Amato che guarda ai Mostri di Risi

ROMA, 30 aprile 2016, 13:52

Francesco Gallo

ANSACheck

Il ministro locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministro locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Cena, con tanto di vino Sassicaia, soldi, escort, coca e tutta la disponibilità possibile pur di corrompere il politico di turno e avere un appalto milionario. Questo lo scenario, che ricorda tanta cronaca di oggi e di ieri, de 'Il ministro', black-comedy di Giorgio Amato con nel cast Gianmarco Tognazzi ('il corruttore') e Fortunato Cerlino ('il corrotto') e in sala dal 5 maggio con Europictures. ''Mi sono ispirato a I mostri di Dino Risi, ma anche a qualcosa che ho realmente vissuto quando ero collaboratore di un produttore che, per avere lavoro, utilizzava le sue amicizie potenti''. Il Ministro mette in scena un ansioso e truffaldino imprenditore, Franco Lucci (Tognazzi), alle prese con quella che sembra essere la cena più importante della sua vita. Ad aiutarlo Michele (Edoardo Pesce) suo collaboratore e cognato (che si è reso disponibile a trovare una escort), sua moglie Rita (Alessia Barela) e la cameriera di colore Esmeralda (Ira Fronten). Ma le cose non vanno come dovrebbero andare. L'escort trovata da Michele viene investita da un'auto e così, in brevissimo tempo, occorre trovare una sostituta. La scelta, quasi obbligata, cade su Zhen (Jun Ichikawa), una cinese anche troppo raffinata e avida, insomma una donna difficile da gestire. Quando arriva il ministro Rolando Giardi (Cerlino) in casa Lucci, tutto sembra tutto pronto. E il politico, per tutta la serata, mostrerà di conoscere così bene il fascino del potere tanto da far evolvere la cena in un finale in cui non si salva nessuno. ''Siamo spugne assorbiamo tutto - spiega oggi il regista a Roma del film prodotto da Golden Production -. Dentro ci sono molti film con cui sono cresciuto e tanti registri diversi. Si passa da scene divertenti ad altre di assurde meschinità''. ''La meschinità di tutti e sei i personaggi mi ha riportato a quell'atmosfera de I mostri di Dino Risi -. Ma va detto sempre in chiave di commedia, un genere che mi piace molto e che vorrei continuare a frequentare'', dice invece Gianmarco Tognazzi. Conclude Amato alla sua terza regia cinematografica:''Ancora oggi la questione morale è un problema irrisolto e di stretta attualità che riempie le pagine delle cronache giudiziarie. Da qui il desiderio di scrivere un testo che parlasse di come determinate dinamiche facciano parte del nostro retaggio culturale, rappresentandole nella quotidianità di una famiglia borghese che lotta per sopravvivere e per non perdere i privilegi sociali raggiunti con tanta fatica''. 

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