"La soluzione non è distruggere
una delle due parti, è costruire, ma ci vuole tempo. Distruggere
è un attimo, per costruire servono generazioni intere". Mira
Awad è in sala stampa a Sanremo, con Noa, in vista del duetto di
questa sera sul palco dell'Ariston sulle note di Imagine di John
Lennon. Un messaggio di pace e solidarietà: Mira palestinese,
Noa israeliana, il discorso cade inevitabilmente sulla crisi in
Medio Oriente.
"Mio padre nel '48 ha lasciato la sua terra, la mia famiglia
è stata salvata due volte: la prima non ha attraversato il
confine, è riuscita a tornare indietro e ha trovato la casa
ancora in piedi. Siamo fortunati perché non siamo finiti nei
campi profughi", racconta la cantante e attivista, che vive a
Londra. "La situazione a Gaza è inaccettabile: ci sono persone
che pensano di poter sparpagliare altre persone. In quella
striscia di mare possiamo vivere tutti, ma in pace, non importa
se siamo cattolici, ebrei, musulmani". Mira Awad non pensa che
"una canzone, un album o un concerto possano salvare il mondo,
né possono guarire le ferite, ma le persone possono farlo. E la
musica può umanizzare la gente, perché va dritta al cuore e apre
una piccola finestra".
Awad punta il dito contro "la mancanza di sfumature nella
narrazione del conflitto" e sul ruolo del presidente Usa Trump,
"che sa sfruttare la polarizzazione delle idee. Non siamo
l'unico conflitto, non siamo il più lungo, il più antico, ma
quello perfetto per far diventare virali i post". di produzione.
Noa viene da "una famiglia di origini yemenite: sembro più
araba di Mira. Sono una cittadina israeliana, ebrea, ho avuto un
figlio che ha servito nell'esercito, mia figlia attualmente è
nell'esercito, e spero che non sia necessario che mio figlio più
piccolo entri nell'esercito. Ma c'è una legge. E occorre
difendere il nostro paese a meno che non troviamo una soluzione
pacifica. Credo sia giusto farlo ma ancora più giusto sarebbe
non avere un esercito. Non è un momento facile, non auguro a
nessuno di avere un figlio nell'esercito. Il mio desiderio è che
si possa vivere senza violenza".
Per cambiare le cose, "bisogna lavorare insieme, media
inclusi, in quello che decidete di scrivere, nei vostri titoli e
che possono ispirare paura o speranza".
Alla quinta volta al festival, Noa è "molto felice di essere
qui. L'idea della nostra presenza è dell'organizzazione di
Sanremo, di Carlo Conti e siamo molto contenti di essere qui. E'
un onore essere qui con Mira Awad, la nostra amicizia ha ormai
compiuto 25 anni". Insieme hanno "altri progetti. Ho un nuovo
album, The Giver, da donare al prossimo: il disco è influenzato
da quello che è successo il 7 ottobre, ma non è un manifesto
politico". A settembre l'artista lancerà il festival Reimagine,
a Firenze, "per immaginare qualcosa di nuovo in tre giorni di
musica".
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