La prima è Eppure cadiamo felici, una
nuova serie che a ottobre parte su RaiPlay per farsi notare, la
novità invece è La rosa dell'Istria, un tv movie che farà luce,
con un'angolazione "non politica, non ideologica", su una storia
"poco raccontata" quella dell'esodo istriano. Verdiana Bixio,
presidente della casa di produzione Publispei, marchio storico
della serialità italiana (da Un medico in famiglia ai Cesaroni,
a Tutti pazzi per amore) e con un patrimonio musicale enorme,
racconta i progetti cui sta lavorando, con una cura artigianale
rara.
Liberamente ispirata al romanzo Chi ha paura dell'uomo nero?
di Graziella Fiorentin (edizioni Mursia), La rosa dell'Istria "è
una grande storia di amore, ma anche una storia che racconta
cosa significhi essere o non essere a casa, come si vive lo
sradicamento. Non è un film sulle persecuzioni di Tito, ma una
storia intima sul dopo esodo, raccontiamo persone - dice in
un'intervista all'ANSA - che hanno dovuto cercare salvezza,
famiglie divise con anziani rimasti e giovani profughi". La
regia del period drama è di Tiziana Aristarco e tra i
protagonisti c'è Andrea Pennacchi, "oltre ad una giovane attrice
di talento e tanti altri".
La vicenda è quella della giovane Maddalena Braico,
costretta ad una fuga rocambolesca in treno per raggiungere gli
zii in Friuli mentre il suo mondo crolla, il fratello Niccolò
forse è morto e in Italia si sente quasi straniera, fino
all'incontro salvifico con Leo. L'idea per questa coproduzione
Rai Fiction-Publispei-Venicefilm è di andare in onda per il
giorno del ricordo, il 10 febbraio su Rai1.
Gaja Masciale, Giorgia Wurth, Matteo Branciamore, Paola Sambo
sono invece il cast principale della serie Eppure cadiamo felici
(dall'omonimo romanzo best seller di Enrico Galiano, Garzanti),
diretta da Matteo Oleotto e presentata in anteprima al pubblico
di Marateale. È una storia di adolescenza con al centro la
sedicenne Gioia Spada, con una complicata situazione familiare.
Deve confrontarsi con l'inserimento in una nuova scuola. Fra i
professori c'è il sui generis Bove (Branciamore), l'unico che
riesce a capirla. Altri amici, altri compagni, luci e ombre,
solitudini nonostante i social.
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