Il 27 gennaio, giorno della
Memoria, il conservatorio di Milano ospiterà 'Lo swing di Ezio e
Renato Levi: storie di musica durante la Shoah',
narrazione-concerto che è il capitolo finale di una ricerca
durata due anni su due figure importanti per il jazz a Milano
negli anni '30 realizzata da Luca Bragalini, che al
Conservatorio insegna Storia del Jazz.
Ezio fu costretto a lasciare Milano a causa della
promulgazione delle leggi razziali, andando prima negli Stati
Uniti e poi a Lima, in Perù e dovette rinunciare all'idea di
diventare musicista. Prima però compose diverse pagine di jazz,
che incise anche, e scrisse musiche per cortometraggi. Come
giornalista scrisse diversi articoli sul jazz su varie testate
anche internazionali; e fondò in una delle sale del prestigioso
Campari della Galleria Vittorio Emanuele, il Circolo Jazz Hot
Milano, uno dei primi jazz club d'Italia. E soprattutto scrisse
il volume 'Introduzione alla vera musica jazz'.
Renato, più anziano, era invece proprietario di un negozio di
dischi in via Verdi, a fianco della Scala. Negli anni del
Fascismo importava jazz e fu editore e direttore di 'Il disco',
primo mensile italiano dedicato alla discografia, dove concedeva
un significativo spazio proprio al jazz di cui scriveva e dove
chiamò a collaborare Ezio Levi, di cui pubblicò il libro a
proprie spese. Arrestato nel dicembre 1943 , fu deportato ad
Auschwitz dove morì poco dopo, nel gennaio 1944.
Giovedì una pietra d'inciampo sarà posizionata davanti alla
sua casa in via Fatebenefratelli 12 mentre il 27, alla
narrazione-concerto - che, oltre all'intervento di Bragalini,
prevede l'esecuzione da parte della Verdi Jazz Orchestra di
brani di Levi, Oscar De Mejo, Pino Jodice e Duke Ellington -
saranno presenti famigliari dei due promotori del jazz milanesi
in arrivo non solo dall'Italia, ma anche da Inghilterra,
Australia e Svizzera.
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