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Pietro Leopoldo, Giani racconta il granduca delle riforme

Pietro Leopoldo, Giani racconta il granduca delle riforme

Storia del sovrano che abolì la pena di morte

FIRENZE, 15 gennaio 2025, 19:59

Redazione ANSA

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EUGENIO GIANI, PIETRO LEOPOLDO IL GRANDUCA DELLE RIFORNE (GIUNTI, PP 204, EURO 16) La storia di Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, dalla sua formazione alla corte di Vienna alla guida per del Granducato di Toscana fino al ritorno in patria nei panni dell'imperatore d'Austria. Un libro dal quale emerge soprattutto la sua figura di governante visionario e riformatore. "La lezione che Pietro Leopoldo ci dà è proprio quella del Granduca delle riforme: quando lui abolisce la pena di morte, primo al mondo, dà il senso di come la politica delle riforme sia quella che viene apprezzata nell'arco dei secoli". spiega detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, autore di 'Pietro Leopoldo - Il Granduca delle riforme', in occasione della presentazione oggi a Firenze del volume.
    Sono tanti, per Giani, gli spunti di riflessione che l'antico sovrano offre alla Toscana di oggi, e non solo. "Innanzitutto - sostiene - la valorizzazione della sanità pubblica per la grande attenzione che lui vi pose, e consideriamo che fu il primo sovrano che volle vaccinarsi. In secondo luogo, l'organizzazione razionale ed efficiente dei comuni: se noi abbiamo in Toscana 273 comuni, va ricondotto al fatto che Pietro Leopoldo portò i 'mille popoli' nella sua riforma degli enti locali a circa 300 comuni, dando razionalità e ordine. In terzo luogo, il messaggio che lui offri girando tutti i territori e poi decidendo: conoscere per decidere. I chilometri che fece con i mezzi che allora aveva dimostrano quanto fosse attento al rapporto diretto con i suoi cittadini".
    Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, giovane rampollo di una delle famiglie più potenti di Europa, varcò Porta San Gallo entrando a Firenze il 12 settembre 1765: per un quarto di secolo avrebbe governato il Granducato di Toscana trasformandolo in un laboratorio di innovazione e modernità.
   

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