Nasce il Premio Italia Radici nel
Mondo per racconti inediti che, nella prima edizione, sarà
dedicato al tema "le mie radici plurime". Rivolto agli autori e
autrici oriundi/oriunde italiani/italiane, nonché agli italiani
e alle italiane residenti all'estero, il Premio è organizzato
dal Comune di Torricella Peligna, nella provincia di Chieti, in
Abruzzo, nell'ambito delle iniziative del Maeci "2024 - Anno
delle radici italiane nel mondo". Presentato oggi a Roma, alla
Camera dei Deputati, è un'attività culturale che si inserisce
all'interno della XIX edizione del John Fante Festival 'Il dio
di mio padre', in collaborazione con il Piccolo Festival delle
Spartenze. Migrazioni e Cultura, con il contributo della
Fondazione Pescarabruzzo, dell'Associazione Assud e del
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale.
Ideato da Giovanna Di Lello e Giuseppe Sommario, il Premio
Italia Radici nel Mondo è nato dalla volontà dei due Festival di
instaurare una collaborazione stabile e sistematica tesa ad
ampliare, in Italia e all'estero, la discussione sui temi e sui
valori da sempre affrontati nelle due manifestazioni, che
riguardano l'emigrazione italiana e le sue infinite
declinazioni, l'italianità, il legame fra le comunità dei
restati e quelle degli spartiti, i tratti identitari, le
identità mobili, le radici che le due comunità condividono.
Radici molteplici, multisituate, plurime, che non sono ferme
in/ad un luogo o in/ad un tempo.
Il concorso letterario "intende contribuire alla discussione
sulla nostra storia migrante, arricchendola di nuovi contenuti,
scrivendo nuove pagine, inaugurando una nuova narrazione, una
nuova stagione nei rapporti fra l'Italia, gli italiani, e gli
oriundi italiani sparsi in tutto il mondo" come spiega una nota
del Premio.
Da un lato, le prime generazioni di emigranti italiani "pur
avendo lasciato il paese da molto tempo hanno conservato molti
meccanismi generativi dell'italiano"; dall'altro, le
generazioni successive sono protagoniste "di una ripresa non
accidentale di interesse e di 'lealtà' verso la lingua e la
cultura delle origini" come afferma il linguista Raffaele
Simoni.
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