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Lunetta Savino, 'il mio impegno per le donne'

Lunetta Savino, 'il mio impegno per le donne'

Premiata al Sudestival, 'faremo la seconda stagione di Libera'

ROMA, 15 marzo 2025, 19:14

di Marzia Apice

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"Il cinema e la tv mi hanno dato una popolarità molto forte, ecco perché anche quando scelgo i ruoli da interpretare il mio è un impegno politico". A parlare con l'ANSA è Lunetta Savino, attrice versatile e amatissima dal pubblico, che questa sera riceverà il premio alla carriera Apulia Excellence nell'ambito della XXV edizione del Sudestival, il festival della città di Monopoli dedicato al cinema italiano.

Fondato e diretto da Michele Suma, il festival, iniziato il 24 gennaio, dopo 8 settimane giunge alla serata finale con l'attrice pugliese in qualità di ospite speciale. Dopo un talk con il pubblico, per l'occasione verrà proiettato Rosa, lungometraggio d'esordio della regista Katja Colja, nonché prima pellicola che vede Lunetta Savino come protagonista assoluta, candidata per questo film come miglior attrice protagonista ai David di Donatello e ai Nastri d'argento. "È piacevole ricevere questo premio alla carriera proprio nella terra da dove sono partita tanti anni fa", dice l'artista, originaria di Bari, "ed è bello che sia proiettato Rosa, in cui ho avuto il mio primo ruolo al cinema da protagonista assoluta. La regista ha dato un taglio speciale al personaggio e alla storia: la sfida, che abbiamo vinto secondo me, era raccontare in modo lieve e curioso una donna non più giovane, chiusa in se stessa dopo un lutto, che rinasce grazie all'incontro con altre donne, attraverso l'esplorazione della loro sessualità".

Reduce dal successo ottenuto al cinema con il film Diamanti di Ferzan Ozpetek e in tv con la serie di Rai 1 Libera ("faremo la seconda stagione, la stanno scrivendo", afferma l'attrice), opere che hanno esaltato la forza e il coraggio femminili, Savino l'8 marzo è stata protagonista all'Ara Pacis di Roma con 'Noi, soggetto imprevisto del mondo', il recital in cui - con un contributo narrativo di Viola Lo Moro - ha dato voce ai potentissimi testi di Carla Lonzi, figura chiave del femminismo italiano. Un'ulteriore occasione, stavolta dal vivo, per parlare alle donne (ma anche agli uomini) delle istanze femministe, e per proseguire un impegno politico iniziato nel 2011 con il movimento Se non ora quando: "Il movimento ha segnato un punto di svolta, è stato un periodo di scoperta, di approfondimento, un modo per impegnarsi insieme alle altre", ha spiegato l'attrice. "Ho letto Carla Lonzi per ragionare su un pensiero importantissimo. È importante provare far conoscere la sua riflessione a un pubblico meno preparato su questa materia.

Lonzi ha una scrittura complessa ma la sfida è riuscita". Quanto è lunga ancora la strada per l'emancipazione femminile? "La visione patriarcale non si cancella, ma serve raccontare le donne per far capire che possono fare la differenza rispetto ai mutamenti globali. E bisogna sottolineare il valore della differenza, non adottare un neutro che avvolge tutto", spiega, "Forse le donne possono far fare un salto di qualità, il problema semmai è quando usano strumenti e culture maschili. Per esempio mi hanno colpito molto le dichiarazioni di von der Leyen, sul fatto che dobbiamo riarmarci. C'è una donna ai vertici europei e ancora spendiamo risorse per le armi. È assurdo". Cosa resta dell'esperienza di Se non ora quando? "Il movimento si è perso a livello nazionale, molte di noi per seguirlo avrebbero dovuto lasciare il lavoro. Ma abbiamo provato a ribaltare la narrazione usuale sulle donne. Per il 25 novembre ci inventammo la Giornata delle Leonesse, per celebrare le donne come protagoniste forti e divertenti. Fa gioco rappresentarci come vittime: sarebbe invece giusto per esempio raccontare anche gli aggressori. E gli uomini dovrebbero interrogarsi sul fenomeno della violenza, che non è solo patologia, è cultura".

Nel futuro cosa la aspetta? "Sono profondamente attrice, ma mi piace molto la scrittura. C'è un progetto cinematografico a cui sto lavorando: ho tante idee, e se vuoi certi ruoli alla fine devi scriverteli da sola", rivela. "Anche in teatro fatico a trovare ruoli interessanti, che sono per lo più maschili. Ma sto leggendo molto, ed è importante anche stare fermi, non aver paura del vuoto. In tv invece ci sono bei ruoli e c'è una nuova generazione di attrici grazie alle fiction. Le storie da raccontare devono avere al centro le donne, perché il pubblico televisivo è per lo più femminile".

Lei in teatro ha debuttato con un gigante come Glauco Mauri: le piacerebbe essere vista come un esempio da seguire dalle nuove leve di attori? "In teatro coinvolgo molto i giovani, l'ho fatto anche con La madre di Florian Zeller. Mi piace lavorare con i ragazzi, lo vedi come gli brillano gli occhi. Ora tocca a noi trasmettere il nostro sapere come ha fatto Mauri, che era un attore estremamente moderno, capace di guardare oltre i classici. Che dolore la perdita sua e di Roberto Sturno".

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