Come era la Rocca di Gradara una
volta? Lo si può scoprire visitando la mostra "Da Zanvettori
all'ultima castellana. Le stanze private della Rocca di
Gradara", curata da Stefano Brachetti e da Fabio Fraternali,
inaugurata lo scorso 8 dicembre e prorogata fino al 2 giugno.
Acquistata nel 1920 dall'Ingegner Umberto Zanvettori, fino al
1923 la Rocca fu interessata da imponenti restauri
architettonici e da interventi di decorazione e allestimento
delle sale interne, alcuni dei quali realizzati seguendo i
personali desideri del committente e videro l'avvicendarsi di
importanti figure nel campo del restauro e delle arti decorative
di primo Novecento.
La mostra è proprio il racconto degli anni che cambiarono la
storia della fortezza, recuperando e svelando memorie e
testimonianze del Novecento. Zanvettori voleva far rivivere
all'antico fortilizio i fasti della sua epoca d'oro in un
"rivisitato" Medioevo-Rinascimento, dove ogni stanza doveva
diventare evocativo scenario delle vicende dei personaggi che,
tra leggenda e storia, vi avevano abitato.
Tra i personaggi "evocati" nell'allestimento di Zanvettori
figura la coppia d'amanti di dantesca memoria, Paolo e
Francesca, per i quali l'Ingegnere, con un'operazione di
marketing ante litteram, costruisce una camera apposita,
ispirandosi alla messa in scena della tragedia dannunziana
Francesca da Rimini del 1901, collocando difatti in quella
stanza il luogo del tragico delitto.
L'impegno di Umberto Zanvettori, della prima moglie Mariquita
de' Forns y Lleo, e della seconda Alberta Porta - e in seguito
dello Stato Italiano che ne acquisì la proprietà nel 1928 - ha
fatto sì che la Rocca di Gradara arrivasse in ottime condizioni
fino ai giorni nostri. Ma divenuto il "Castello di Paolo e
Francesca" e il sito turistico più visitato delle Marche, ha in
parte dimenticato la figura dell'Ingegner Zanvettori e, in
generale, la storia recente della Rocca, abitata sino al 1983
dalla seconda moglie Alberta Porta.
Attraverso l'esposizione di oggetti e cimeli (in parte
prestati da collezionisti privati), e con l'ausilio di supporti
tecnologici, la mostra intende riportare le sale e gli ambienti
nobili a una dimensione privata precedente la musealizzazione,
quando la Rocca era ancora una sontuosa e raffinata dimora
signorile. Nelle sale, avvolte da speciali fragranze, si possono
ammirare abiti scelti dalle collezioni di alta moda di Alberta
Ferretti, vero e proprio omaggio della stilista internazionale
all'ultima castellana.
La mostra è finanziata dall'Unione Europea Next Generation
Eu, dal Ministero della Cultura e da Italia Domani; è
organizzata da Gradara Innova per il Comune di Gradara in
collaborazione con la Direzione Regionale Musei Marche e la
Direzione della Rocca Demaniale di Gradara, con il Patrocinio di
Deputazione di Storia Patria per le Marche, di Fondazione Marche
Cultura.
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