Sottolinea che il suo e quello di
Alberto Stasi "sono casi diversi" ma Raffaele Sollecito spiega
di "avere sempre creduto nella sua innocenza". "Gli ho anche
scritto una lettera in carcere ma non so se l'abbia ricevuta"
spiega all'ANSA l'ingegnere informatico commentando gli ultimi
sviluppi dell'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi.
Sollecito venne arrestato nelle indagini sull'omicidio di
Meredith Kercher compiuto a Perugia, passando quasi quattro anni
in cella prima di essere assolto in appello, e scarcerato, per
un delitto del quale si è sempre proclamato innocente. Decisiva
in quel processo fu una perizia sulle tracce genetiche al centro
dell'inchiesta che ne mise in dubbio la loro attribuzione.
Sul delitto di Garlasco, Sollecito parla di una "verità per
niente chiara". "Mi rivedo in qualche modo in quella vicenda -
spiega - anche perché pure sotto alle unghie di Meredith c'erano
dei capelli e venne individuata una macchia probabilmente di
sostanza organica ma mai analizzata".
"C'è la volontà da parte di chi indaga - afferma Sollecito -
di dare una risposta alle vittime anche correndo il rischio di
non rispettare la verità dei fatti. Però il prezzo da pagare per
chi viene coinvolto da innocente come me è inimmaginabile. Ti
rimane addosso un'immagine negativa che non abbandona più".
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