Un migliaio di persone,
tra cui moltissimi giovani oltre agli amici e ai colleghi di
lavoro, per l'ultimo addio a Eleonora Guidi, la 34enne uccisa
con 24 coltellate lo scorso 8 febbraio dal compagno e padre del
loro bimbo di un anno e mezzo. Nell'oratorio di Rufina, il paese
alle porte di Firenze nella valle del fiume Sieve dove la coppia
viveva, sono arrivati anche dai paesi vicini per assistere ai
funerali e stare vicini a Cristina, Giovanni ed Elisabetta, i
genitori e la sorella di Eleonora. Accanto a loro, piegati dalla
tragedia e incapaci di trattenere le lacrime, anche i genitori
di Lorenzo Innocenti, il compagno che si è trasformato in
assassino.
La cerimonia religiosa è stata composta pur dominata dal
dolore. Giovanni Guidi, il padre di Eleonora, non ce l'ha fatta
a seguire la cerimonia. Ha accusato un lieve malore. Parenti lo
hanno sorretto e accompagnato fuori dall'oratorio, e non ha
assistito alla funzione. Nell'omelia il parroco don Luca Meacci
ha ammonito i presenti a non farsi piegare dalla rabbia. "Quanto
accaduto deve infondere in noi la consapevolezza di educare ed
educarci al bello. Dobbiamo liberarci da tutto ciò che è
violenza. Dobbiamo rifiutarla - ha detto don Luca - Percepisco
la vostra rabbia, lo sconcerto, ma vorrei dirvi che non venga
turbato il vostro cuore". "Non dovete farvi vincere dalla
disperazione e dalla rabbia - ha esortato il sacerdote - Fatevi
aiutare, fate in modo che la morte di Eleonora non sia stata
vana".
Dopo la messa, il parroco ha lasciato la parola ad alcuni
pensieri personali. Tra questi, quello della migliore amica di
Eleonora Guidi. "Perché non ho percepito nulla? - ha detto la
giovane - Non mi hai mai detto nulla o come me non lo avevi
capito? Parlerò di te a Dante e a mia figlia. Parlerò di
amicizia, quella vera. Ci eravamo scelte come sorelle, ci
amavamo. Parlerò di te, amica mia, come ho sempre fatto, ora più
che mai. Ho un vuoto nel cuore. Hai avuto solo una colpa, quella
di aver amato troppo. Sempre per sempre, dalla stessa parte ci
troverai".
"Non doveva andare così e adesso siamo tutti un po' più
soli", è stato il pensiero di una collega. Il sindaco di Rufina,
Daniele Venturi, non ce l'ha fatta ed è scoppiato in lacrime. "È
un grande dolore. Ora è il momento del cordoglio, dobbiamo
continuare a pensare ad Eleonora e occuparci tutti di Dante - ha
detto il sindaco con la voce rotta dall'emozione e dal peso del
ruolo - Dobbiamo essere una comunità educante e non giudicante.
Eleonora dovrà essere la luce che ci guida in questo percorso".
La bara bianca è stata portata via davanti a centinaia e
centinaia di sguardi attoniti per una morte violenta di cui nel
posto non c'è ricordo simile.
Vicino alla casa della coppia qualcuno ha messo uno
striscione con la scritta 'Stop alla violenza sulle donne'.
Vengono lasciati fiori sul selciato. In tutta Rufina e nel
vicino comune di Pontassieve è stato osservato un minuto di
silenzio, nei negozi, nelle aziende e negli uffici, in
concomitanza con le esequie.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA