Rischia gli arresti domiciliari
nell'inchiesta sulla Beic, la Biblioteca europea di informazione
e cultura di Milano, e va a processo per il progetto
Bosconavigli. Ancora guai giudiziari per l'archistar del Bosco
verticale Stefano Boeri.
Si aprirà alla fine di settembre, davanti al Tribunale di
Milano, il processo sul progetto 'Bosconavigli', un complesso
residenziale che dovrebbe sorgere nello storico quartiere San
Cristoforo, zona sud-ovest del capoluogo lombardo, e che vede
imputati per lottizzazione abusiva e abuso edilizio l'architetto
insieme ad altre sei persone, tra cui i dirigenti comunali
Alberto Viaroli e Giovanni Oggioni. Quest'ultimo, ex direttore
dello Sportello unico edilizia e componente della Commissione
per il paesaggio, è coinvolto in altre inchieste
sull'urbanistica ed è stato rinviato a giudizio anche per il
caso delle Torri Milano.
Quelle in cui è coinvolto Boeri sono solo alcune delle
inchieste relative all'urbanistica che scuotono Milano da oltre
un anno, che hanno portato a un blocco dell'edilizia e alla
perdita per il Comune di 165 milioni di oneri di urbanizzazione
nel 2024.
Per questo è urgente, secondo Palazzo Marino, che il Senato
approvi quanto prima la norma Salva Milano, su cui però anche il
Pd è spaccato. "Non sono intenzionato a fare un passo indietro"
se non dovesse passare al Senato il Salva Milano perché il Pd
non lo voterà, "ma sarebbe un problema politico", chiarisce il
sindaco Sala lanciando un messaggio al suo partito di
maggioranza in Comune. Perché se dal Pd non appoggiassero questa
norma, "metterebbero in discussione il mio lavoro e quello del
mio predecessore, cioè Giuliano Pisapia, a cui le norme
sull'urbanistica risalgono".
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