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Omicidio Piersanti Mattarella, due sicari mafiosi al centro inchiesta

Omicidio Piersanti Mattarella, due sicari mafiosi al centro inchiesta

Omicidio solo di mafia. Nuovi indizi sui boss Madonia e Lucchese

PALERMO, 06 gennaio 2025, 09:28

Ruggero Farkas

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Procede seguendo l'ipotesi di un delitto mafioso ideato e pianificato in Sicilia senza appoggi esterni, come l'utilizzo di sicari della destra eversiva, l'inchiesta sull'omicidio del presidente democristiano della Regione Piersanti Mattarella, il 6 gennaio 1980 sotto casa in via Libertà a Palermo, che va avanti da anni e a cui si aggiungono lettere anonime, immagini fornite agli inquirenti da giornali e agenzie di stampa, dichiarazioni di collaboratori. In questo fascicolo d'indagine entrano, o forse vengono ripescati, due sicari di Cosa nostra, con un curriculum di delitti eccellenti, entrambi in carcere con più ergastoli da scontare: Antonino Madonia, che ha 72 anni e all'epoca ne aveva 28 e Giuseppe Lucchese, detto Lucchiseddu, 67 anni, che all'epoca ne aveva 22. Il primo avrebbe sparato al politico, dopo i primi colpi sarebbe andato verso l'auto dov'era il complice a prendere un'altra pistola con cui avrebbe sparato nuovamente, mentre il secondo sarebbe stato alla guida della Fiat 127 del commando, rubata il giorno prima, poi ritrovata abbandonata non lontana dal luogo del delitto.


Quello di Mattarella, presidente rinnovatore, è annoverato tra i delitti politici di Palermo insieme a quelli del segretario provinciale della Dc Michele Reina e del segretario regionale del partito comunista Pio La Torre. Delitti che secondo i processi fin qui svolti - nel caso di Piersanti Mattarella sono stati condannati come mandanti i boss della cupola di Cosa nostra - hanno come causale l'impegno verso una "pulizia" all'interno dell'amministrazione pubblica, da parte delle vittime con lo svelamento della ragnatela politico-affaristica- mafiosa. Uno degli uomini, in Sicilia, che aveva un forte interesse a che ciò non avvenisse era Vito Ciancimino, corleonese esponente democristiano ed ex sindaco di Palermo condannato a 8 anni per mafia e corruzione, morto nel 2002. "Ciancimino è nelle mani dei corleonesi", disse Tommaso Buscetta, e due ex sindaci Elda Pucci e Giuseppe Insalaco raccontarono alla commissione Antimafia delle loro difficoltà nell'amministrare a causa di Ciancimino, interessato soprattutto ai soldi degli appalti pubblici. L'anno dopo la villa di Pucci saltò in aria e Insalaco venne assassinato. Il collaboratore Francesco di Carlo oltre 15 anni fa aveva rivelato che il mandante degli omicidi Reina e Mattarella era stato proprio don Vito.


La procura palermitana avrebbe esaminato con attenzione i reperti giornalistici dell'epoca scoprendo anche la fotografia che ritrae un'automobile considerata di grande interesse investigativo.
I due sicari sospettati di aver ucciso Mattarella hanno fatto spesso coppia nelle loro missioni di morte. Nino Madonia fa parte di una famiglia storica della mafia palermitana capitanata dal patriarca Ciccio - morto e già condannato quale mandante dell'omicidio di Mattarella - e di cui fanno parte i fratelli dell'indagato: Giuseppe, l'assassino del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, Salvo, il killer di Libero Grassi, e Aldo, quest'ultimo l'unico a non essere all'ergastolo. Un clan, a capo del mandamento San Lorenzo-Resuttana - ma che di fatto controllava mezza città - finito in inchieste dove emergeva la relazione tra la mafia e forze criminali esterne per compiere attentati anche con il tritolo (come nelle fasi preparatorie del golpe Borghese). Nino, condannato, tra l'altro, per la strage di via Pipitone Federico, venne beccato in un palazzo in via D'Amelio, di fronte quello dove abitava la madre di Paolo Borsellino, con il libro mastro delle estorsioni da cui gli investigatori tracciarono una mappa di insospettabili che pagavano il pizzo al clan.
Lucchese venne arrestato nell'aprile 1990 dopo 9 anni di latitanza in una casa alla periferia di Palermo. Era considerato capo della famiglia di Ciaculli e soprattutto un superkiller che negli anni '80 faceva parte del gruppo di fuoco dei corleonesi, e che uccise decine di persone tra cui la sorella, la madre e la zia di Francesco Marino Mannoia dopo la notizia del pentimento di quest'ultimo. Sono loro due gli assassini di Piersanti Mattarella che si cercano da 45 anni? 

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